Abbiamo visto nascere il Movimento 5 Stelle con il totale disprezzo verso il palazzo, con un rifiuto netto verso le formule politiche che trovavano vita in Parlamento. Una posizione contraria senza indugi nei confronti dei cambi di casacca, salvo poi abbandonare la nave e passare altrove. Una transumanza notevole in questa legislatura. I loro "no" toccavano anche i discorsi legati alle tanto bistrattate "poltrone". Peccato che ora siano proprio i grillini a parlare di questo, con una crisi economica e internazionale in corso.
I 5S vogliono poltrone
Ci si aspetterebbe un'attenzione assoluta verso le priorità del Paese, visto che gli italiani devono fare i conti con il caro bollette e l'aumento generale dei prezzi. Invece il M5S pensa alle poltrone. Ora pretendere una "cadrega" non è più un tabù. Anzi, è diventata una mossa politica astuta e giustificata, in fin dei conti non più così disprezzabile.
A farne una questione anche di poltrone è Giulia Grillo, ex ministro della Salute del governo gialloverde. La deputata pentastellata, nel corso di un'intervista rilasciata a La Repubblica, ha fatto sapere che l'uscita dal governo è quotata al 40%. Il restante 60% forse è dettato dalla sete di restare avvinghiati nel palazzo. Proprio Giulia Grillo ha voluto spronare Giuseppe Conte: "Piuttosto che continuare con questi balletti, fiducia non-fiducia, credo sia meglio chiedere un volgare rimpasto e restare. È innegabile che il Movimento sia azzoppato".
È una richiesta che trova condivisione in diversi eletti ancora rimasti fedeli all'avvocato, che chiedono di rafforzare la rappresentanza del Movimento 5 Stelle nella pattuglia di governo. Non a caso la Grillo ha denunciato di aver perso il viceministro all'Economia, un sottosegretario importante alla Salute e un altro alla Farnesina. E non è finita qui. Il monito va avanti: "Anche sulle nomine nelle partecipate dovremmo farci sentire di più".
Fino a pochi anni fa, in piena campagna elettorale, guai a parlare di poltrone e incarichi. Invece ora è diventato addirittura doveroso, come su fosse una necessità in questo momento. "Se vogliamo contare, non bastano i temi, perché stiamo parlando del potere esecutivo", ha dichiarato la Grillo.
L'ipotesi rimpasto
Diverse settimane fa il premier Mario Draghi aveva escluso un'ipotesi del genere: "Nessuno ha chiesto un rimpasto. Anzi, nei colloqui tutti hanno escluso questa possibilità o questa esigenza". Dopo la scissione nel M5S era circolata la possibilità di chiedere un passo indietro di Luigi Di Maio, che però resta al ministero degli Esteri. "Lascerei che si interroghi con la propria coscienza e decida", si era limitato a dire Conte.
Eppure secondo Il Riformista l'opzione rimpasto potrebbe finire presto sul tavolo. Fabiana Dadone (Politiche giovanili) e Federico D'Incà (Rapporti con il Parlamento) vengono visti come i principali indiziati per lasciare il posto ad altri.
La Lega potrebbe ricevere un ministero, mentre i "dimaiani" di Insieme per il futuro sono già ben rappresentati e non dovrebbero rimpolpare le loro postazioni. Anche il Partito democratico potrebbe incrementare la presenza nel governo. E c'è chi parla di un posto da viceministro per Carlo Calenda.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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