I 6 unici buoni motivi per entrare in una banca

Dal cassiere che diventa vostro amico al barattolo di micro monete da rovesciare sul bancone per vedere l'effetto che fa

I 6 unici buoni motivi per entrare in una banca

1) È un classico: ancor prima del Bancomat, il prelievo di contanti più sbrigativo è sempre stato la rapina. Il rischio: si entra in banca e si finisce dentro

2) Al cassiere: «Una presa di cortesia, prego». Cioè: come utilizzare la corrente elettrica della prima filiale che capita a tiro per rianimare lo smartphone, defunto mentre stavate chattando.

3) «Sfaccendati, perdigiorno e varia umanità accettansi». Giornata fiacca, calo degli zuccheri? Niente paura: c'è sempre qualche banca misericordiosa che offre - gratis - caffè e biscotti e anche un giornale croccante d'inchiostro. Non è necessario aprire un conto.

4) D'accordo: è un piacere sottilmente perverso. Ma avete mai provato a rovesciare un intero barattolo di micro-monete accumulate (da 2 a 5 cent, ringraziate i tedeschi) sotto gli occhi del malcapitato cassiere di turno, costretto a una conta estenuante, e vedere l'effetto che fa? Con buona pace dei clienti in attesa

5) Una controllatina al saldo, un prelievo, conoscere le ultima offerte, magari con la scusa di essere un po' anzianotti per usare Internet. E così il cassiere si trasforma in una sorta di amico da andare a trovare, con il quale scambiare quattro chiacchiere, parlare del tempo.

Da bancario a sportellista-confidente.

6) La lunga stagione delle piogge ha incrinato una consolidata abitudine italica: sfruttare l'aria condizionata delle banche quando la canicola morde. Appuntamento rimandato - si spera - alla prossima estate.

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