nostro inviato a Bologna
Al mattino è a Copparo, in provincia di Ferrara, dove la Berco annuncia quasi cinquecento licenziamenti. Una catastrofe per la comunità e per l'indotto che vive intorno alla grande azienda metalmeccanica. Al pomeriggio, Elena Ugolini, insegnante di filosofia e preside prestata alla politica, è di ritorno a Bologna, città segnata dalle polemiche per le manifestazioni e contromanifestazioni dei giorni scorsi.
Professoressa Ugolini, altro che Emilia felix.
« Siamo al paradosso, un paradosso che sfiora il ridicolo. Il sindaco di Bologna Matteo Lepore partecipa al Comitato per l'Ordine pubblico che autorizza la manifestazione di Casa Pound, sia pure con l'idea di dirottarla verso la periferia, poi la vicesindaca Emily Clancy sfila nel corteo non autorizzato della sinistra antagonista per dire no alla destra che avanza. Questa si chiama arroganza».
La sinistra parla di 300 camicie nere scese nella città di San Petronio. C'è un pericolo fascismo nella Regione che lei cercherà di conquistare con le elezioni di domenica e lunedì prossimi?
«No, no. La sinistra egemone prova a polarizzare lo scontro per far scattare il solito richiamo della foresta».
Il richiamo della foresta?
«Certo, invece di dare risposte ai singoli problemi, si ergono a custodi dell'ordine e della tranquillità minacciati da fantomatiche marce su Bologna di fantomatici nipotini del Duce. E così sperano di catturare i consensi che scappano».
In primo piano, a parte gli scontri, ci sono l'alluvione e il dissesto idrogeologico.
«Pochi giorni fa la Corte dei conti ha scritto che la Regione, dopo il disastro del maggio 2023, ha speso solo il 10 per cento dei soldi arrivati».
Loro replicano che non è vero.
«Le carte della magistratura contabile parlano chiaro. E prima ancora, nel 2022, la coppia Bonaccini-Schlein ha rimandato indietro a Roma 55 milioni di euro che dovevano essere impiegati per la difesa dell'ambiente».
Incapacità di spendere?
«I soldi vengono investiti col contagocce, in compenso da molti anni non si fa manutenzione dei fiumi e gli animali scavano indisturbati le loro tane, protetti dall'ideologia green, indebolendo così gli argini. I risultati purtroppo sono sotto gli occhi di tutti. Faccio notare che il Veneto, dopo il terribile schiaffo della tempesta Vaia, è corso ai ripari realizzando vasche e protezioni».
Capitolo sanità. Anche qui infuriamo le polemiche: Roma taglia i fondi?
«Pure in questo caso, la Corte dei conti, non Elena Ugolini, sostiene che il bilancio è stato raddrizzato solo grazie al massiccio utilizzo di risorse straordinarie, anzi, per essere precisi risorse occasionali e fortuite, per tappare perdite di centinaia di milioni. E anche in questo caso il Veneto, che ha più o meno la nostra stessa popolazione, non perde, ma sta in equilibrio e probabilmente eroga servizi migliori».
Insomma, il modello emiliano, sempre sbandierato, è in crisi?
«Di sicuro nel comparto sanità. L'apparato è intriso di ideologia e burocratico nelle sue nervature. D'altra parte la sanità regionale è stata disegnata trent'anni fa, quando non c'era la composizione sociale di oggi con l'esplosione degli anziani, dei malati cronici, dei disturbi psicologici e psichiatrici. Dobbiamo girare pagina».
Non sarà facile in una regione che è l'epicentro del potere rosso. Come si è attrezzata per la battaglia?
«Con un modello civico, un format alla Guazzaloca 5 punto zero, attento alla persona, alla famiglia, all'impresa e alllergico
agli slogan, alla retorica dell'antifascismo e alla deriva della sinistra radicale, necessaria per acchiappare voti ma alla prova dei fatti un tappo insuperabile che blocca ogni velleità riformatrice nel centrosinistra».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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