I dubbi sul comandante salvo con l'equipaggio. Regate e miliardari: "Un velista rispettato"

Interrogato il neozelandese Cutfield. Le gare da giovane, da 8 anni sui maxi-yacht

I dubbi sul comandante salvo con l'equipaggio. Regate e miliardari: "Un velista rispettato"
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Se subito dopo la tragedia di Porticello è stata fatta l'associazione tra il Bayesan e la Costa Concordia, forse non è così assurda nemmeno quella tra Francesco Schettino, il comandante della Concordia, e James Cutfield, che era al comando del super veliero affondato. Non fosse altro perché entrambi comandanti sono usciti sani e salvi dai disastri, a differenza di molti dei loro passeggeri. Schettino è stato ritenuto colpevole del disastro e condannato. Cutfield, è stato ascoltato dagli inquirenti, per il momento, per raccontare la sua versione dell'accaduto e cercare di ricostruire cosa sia successo in quei minuti che hanno portato all'affondamento del veliero.

Il comandante del Bayesan è stato sentito per un paio d'ore. Al contrario di quanto le norme scritte e non della nautica impongano, non è stato esattamente l'ultimo ad abbandonare la nave. Nessun «Salga bordo ca.» di schettiniana memoria, il contesto tra le due tragedie è ben differente, ma l'elemento è stato certamente tra i tanti discussi in procura. I pm hanno utilizzato un interprete e da quanto è emerso hanno chiesto conto al comandante neozelandese del comportamento dell'equipaggio in quei tragici minuti. A bordo c'erano 10 persone al lavoro, 9 si sono salvate, tra cui proprio Cutfield. Al netto dell'innegabile eccezionalità dell'evento atmosferico, con le condizioni del mare e del vento che erano probabilmente imprevedibili, resta da capire se all'origine del disastro possa esserci anche un errore umano. C'è chi ipotizza un portellone lasciato aperto, chi una manovra errata. O più semplicemente l'incapacità dell'equipaggio di fronteggiare con prontezza una situazione sì molto complicata ma che in altri casi non ha causato alcun danno. Vedasi la goletta «Sir Robert Baden Powell», che si trovava non lontana dal Bayesan e da cui sono partiti i primi soccorsi. Ed è rimasta perfettamente intatta. Tra le altre cose, c'è anche il giallo della deriva mobile. Si tratta di un'ala mobile che si trova nella parte più bassa dello scafo di una barca a vela. Se abbassata, dà maggiore stabilità alla barca, in quanto aumenta l'estensione della superficie immersa dello scafo, passando da 4 a 9,5 metri. Una differenza decisiva, specie in condizioni di vento forte come quelle dell'altra notte. I soccorritori hanno trovato la deriva mobile del Bayesan alzata ma questo elemento potrebbe non essere decisivo. L'imbarcazione infatti si trovava in rada, vicino alla costa, in una zona con fondale basso dove solitamente la deriva mobile resta alzata. Ma si tratta di un altro fattore che necessiterà ulteriori verifiche.

Anche perché James Cutfield, 51 anni, nato in Nuova Zelanda, è descritto come un marinaio molto esperto e competente. A raccontarlo è il fratello del capitano dello yacht di lusso, Mark, sentito dal quotidiano New Zealand Herald, secondo cui è «un ottimo marinaio, molto rispettato e con grande esperienza». Da quanto appreso, Cutfield è stato capitano di yacht di lusso nel Mediterraneo per otto anni, dopo essere stato impiegato in società di costruzioni nautiche per circa 30 anni. Di recente, prima di assumere l'incarico di comandante per il magnate britannico Mike Lynch, aveva lavorato per un altro miliardario turco.

In gioventù era stato un velista «di alto livello», secondo il fratello, e aveva gareggiato nella classe 470, imbarcazione molto tecnica le cui regate fanno parte del programma dei Giochi Olimpici. Mai avrebbe pensato di raggiungere la notorietà planetaria per un disastro del genere. A lui, alla sua ricostruzione, e alle indagini, il compito di evitare l'etichetta di nuovo Schettino.

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