I gretini ora ritornano in piazza. Ecco tutto quello che non sanno

Mentre Greta Thunberg torna in campo a favore dell'ambiente, l'Ue promuove la legge europea sul clima con gravi criticità per le aziende e i lavoratori italiani favorendo Cina e India

I gretini ora ritornano in piazza. Ecco tutto quello che non sanno

Ci eravamo lasciati qualche mese con la necessità di “fare in fretta” perché “il nostro pianeta sta bruciando”, oggi riprendiamo dallo stesso punto perché Greta Thunberg e i Fridays for Future sembrano non essersi accorti che nel frattempo c’è stata una pandemia che ha sconvolto il mondo e non si possono utilizzare come se nulla fosse gli stessi schemi e slogan come se nulla fosse.

Se poi il messaggio che si veicolava era già sbagliato a suo tempo, oggi diventa ancor più fuori luogo, eppure la paladina dell’ambientalismo globalista e i suoi sodali continuano imperterriti a manifestare partendo da domande corrette ma offrendo risposte del tutto errate.

Il coronavirus avrebbe dovuto dimostrare il fallimento del concetto di decrescita felice; non c’è nulla di felice nel vedere i ristoranti e gli alberghi vuoti, a osservare le saracinesche dei negozi abbassate o gli imprenditori costretti a chiudere la propria azienda frutto dei sacrifici di una vita.

Un ambientalismo che non tiene in considerazione le esigenze delle imprese e degli imprenditori (e perciò anche dei lavoratori e degli operai) è destinato a fallire.

Ma c’è un aspetto ancor più preoccupante negli slogan portati nelle piazze italiane dai giovani dei Fridays for Future ed è la matrice giacobina, anti identitaria e anti comunitaria che ha fatto sì aderissero anche gli attivisti di Extinction Rebellion, movimento balzato agli onori delle cronache per le proteste violente avvenute nel resto d’Europa.

L’approccio culturale con una matrice neomalthusiana (e spesso antiumana), figlio del razionalismo e dell’illuminismo, porta a concepire l’uomo come un avversario della natura e non, riprendendo la visione cristiana con il concetto di creato, come parte di esso. Ciò non significa negare colpe e responsabilità umane nell’inquinamento, nel consumo del suolo o nei disastri ambientali ma sottolineare la centralità dell’uomo nel mondo insieme alla natura.

Questo approccio ha ricadute anche di carattere politico poiché, in parallelo alle proteste di piazza e all’attività mediatica di Greta Thunberg, l’Unione europea porta avanti un preciso disegno sul tema dell’ambiente che si è concretizzato di recente con la proposta della Commissione Ue della prima legge europea sul clima per concretizzare l’obiettivo del Green Deal europeo facendo diventare l’economia europea a impatto climatico zero entro 2050. Un obiettivo ambizioso e sulla carta positivo per l’ambiente ma che presenta alcune gravi criticità come spiega l’eurodeputato della Lega Vincenzo Sofo: “La legge europea sul clima portata in Parlamento dalla Commissione europea è l’ennesimo specchietto per le allodole per distruggere le economie di paesi come l’Italia e favorire le importazioni extracomunitarie con la scusa dell’ambiente”.

Il motivo è presto detto: mentre l’Ue propone un progetto che comporta la dismissione delle tecnologie non ritenute “climaticamente corrette”, paesi come la Cina o l’India continuano a operare indisturbati. “L’eliminazione delle sovvenzioni al gasolio agricolo - continua Sofo - ad esempio gambizzano un settore fondamentale per il nostro paese come l’agricoltura, causando l’aumento dei costi per le attività agricole e spingendole alla chiusura, con il conseguente aumento di importazioni di cibo dall’estero e dunque dei costi ambientali dovuti ai trasporti arei, navali e su gomma”.

L’approccio globale all’ambiente vale solo se ci si riferisce all’Occidente, quando si tratta di far rispettare le stringenti regole in vigore alle nostre latitudini in Cina, i Fridays for

Future si fermano al confine cinese. Piuttosto che un ipocrita ambientalismo globalista, molto meglio un serio ecologismo di matrice locale e comunitaria che rappresenta la vera ricetta per coniugare natura, identità e lavoro.

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