I nuovi vertici Pd scontentano tutti. Il sud in rivolta e adesso De Luca medita l'addio

Malumori in Campania per i pochi posti nella segreteria nazionale

I nuovi vertici Pd scontentano tutti. Il sud in rivolta e adesso De Luca medita l'addio

Se Atene piange, Sparta non ride. La nuova segreteria del Pd «targata Schlein» fa infuriare tutti. Nord e sud. Bonacciniani, area riformista e orfiniani. Anche i fedelissimi della leader dei democratici bocciano le sue scelte. Il parto è stato lunghissimo: 40 giorni per varare l'organismo di vertice. Tant'è che Schlein si è presa una pausa per una vacanza. Troppo stress. Il premier Meloni per varare il governo ne ha impiegati 27 di giorni. Un altro record è sui numeri: 21 componenti. Un carrozzone che batte tutti i precedenti. La segretaria ha provato ad accontentare tutte le correnti. Altro che rottamazione. Eppure, i malumori fioccano. Paola De Micheli, ex ministro del governo Conte e candidata alla guida del Pd nell'ultimo congresso, esce allo scoperto e attacca: «Si è scelto di non dare rappresentanza nella nuova organizzazione ad una parte vitale del partito espressa da due candidati al congresso. Lo ritengo un errore, perché così si rinuncia alla pluralità di idee che è sempre una ricchezza e un bene per tutti. Ma continueremo a lavorare nel Pd e per il Pd con lealtà e senso critico».

Al coro delle lamentele si unisce Alessia Morani: «Mi aspettavo una segreteria più aderente al risultato articolato del congresso in cui la base degli iscritti ha scelto Bonaccini e quella delle primarie Schlein. Abbiamo dato piena fiducia a Bonaccini che ha sostenuto questa scelta nonostante le perplessità, che rimangono ancora intatte. Mi auguro naturalmente di essere smentita perché tutti noi vogliamo che la nuova segreteria parta bene». L'ala che fa capo all'ex ministro della Difesa Lorenzo Guerini porta a casa un solo componente: Alessandro Alfieri. Un altro fronte caldo si apre al sud. E qui i problemi arrivano dal gruppo che ha sostenuto Schlein. Calabria e Campania non hanno avuto alcun rappresentante in segreteria nazionale. La Campania esprime due nomi (di area Schlein): Marco Sarracino e Sandro Ruotolo. «Però - fa notare un parlamentare vicino a Schlein si tratta di un ridimensionamento politico. Sarracino doveva avere la delega (pesante) all'organizzazione ed invece porta a casa Sud e aree interne. L'altro campano in segreteria è Sandro Ruotolo con la delega alla Memoria. Altro incarico leggero». Dunque si moltiplicano i malumori. Il vertice ha una vocazione emiliana. Con le deleghe pesanti nelle mani dei conterranei della Schlein come Igor Taruffi che guiderà l'Organizzazione. La segretaria ha poi premiato i traditori. La neo-corrente Ulivisti 4.0, che al congresso aveva sostenuto Bonaccini salvo poi passare con Schlein, piazza in segreteria Irene Manzi con la delega al Lavoro. Oltre ad aver già incassato, con la benedizione di Pina Picierno, la nomina di Stefano Graziano come capogruppo in commissione Vigilanza Rai. E qui la rabbia si scaglia contro Bonaccini: «Non doveva accettare che chi l'ha mollato dopo il congresso potesse entrare in segreteria come premio del tradimento. Una delusione Bonaccini», si sfoga al Giornale un pezzo grosso del fronte bonacciniano. La partenza di Schlein è un mezzo passo falso. Segreteria larga e malumori a pioggia. Ma il fronte più agguerrito è quello del sud.

Il governatore della Campania Vincenzo De Luca avverte: «I prossimi saranno mesi di grande effervescenza». C'è chi scommette sull'addio di De Luca. E l'idea di un progetto centrista con Matteo Renzi. Suggestioni che fanno tremare Elly.

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