I pionieri dei ghiacci

In Antartide la nave italiana "Laura Bassi" raggiunge il punto più a Sud del mondo finora inesplorato. Un'impresa da record, resa possibile dal surriscaldamento globale

I pionieri dei ghiacci

È incredibile pensare che al mondo ci sia ancora qualche posto inesplorato. Mai raggiunto e incontaminato. E sapere che una squadra di avventurieri ha proseguito oggi il lavoro che fu dei grandi esploratori solletica un immaginario alla James Cook che sembra appartenere a un'altra epoca.

Quanto alle scoperte, gli italiani hanno ancora da dire la loro, nel 2023. Batte bandiera italiana la nave che è arrivata nel punto più a Sud del mondo, in Antartide. La rompighiaccio Laura Bassi si è spinta in mezzo ai ghiacci fino alla Baia della Balene, coordinate 78° 44.280' S, nel Mare di Ross. L'imbarcazione, impegnata nel corso della campagna oceanografica della 38esima spedizione italiana del Programma nazionale di ricerche in antartide, ha cosi battuto un record mondiale assoluto.

Un'impresa degna delle grandi spedizioni compiute da Shackleton e Amundsen oltre un secolo fa. L'area antartica finora inesplorata è stata raggiunta per effettuare i campionamenti previsti dal progetto «Bioclever» coordinato dall'Istituto di scienze polari del Consiglio nazionale delle ricerche, grazie anche alla collaborazione dell'osservatorio per studiare le forme di vita e le larve nate sotto zero.

Una volta giunti a destinazione, i ricercatori hanno trovato un mare straordinariamente libero dai ghiacci. Una buona notizia per la portare avanti gli studi, ma pessima per quanto riguarda il clima. «Sono contento del record, ma al tempo stesso sono triste nel constatare che le cose stanno veramente cambiando qui in Antartide e nel mondo in generale» ha commentato Franco Sedmak, il comandante della Laura Bassi. «Nel 2017, quando per la prima volta siamo stati con la vecchia Ogs Explora nella Baia delle Balene, abbiamo trovato tanto ghiaccio impenetrabile. Personalmente mai avrei pensato di poter a distanza di pochi anni riscontrare un tale scioglimento del ghiaccio da riuscire a scendere tanto a sud quanto, forzando e osando un po', siamo riusciti a fare quest'anno».

I primi risultati dello studio dei parametri fisici dell'acqua marina, dalla superficie fino alla profondità prossima al fondale di 216 metri, hanno evidenziato la presenza di acqua particolarmente fredda e si confermano di grande importanza per la comprensione della dinamica delle correnti nel Mare di Ross. I primi test sul materiale prelevato dai ricercatori ha evidenziato poi un'elevata densità di stadi larvali e giovanili di specie ittiche, evidenziando la presenza di alcune varietà raramente osservate in quest'angolo di mondo. È stata segnalata inoltre la presenza di elevate masse di alghe unicellulari, che denota un'elevata produzione primaria e incoraggia ulteriori ricerche. La spedizione è cominciata il 17 novembre, con la partenza da Trieste. Un rapido scalo al porto di Ravenna dal quale, dopo aver caricato personale e materiali, è iniziata una navigazione di circa 40 giorni verso la Nuova Zelanda. Il 5 gennaio l'imbarcazione ha lasciato il porto di Lyttelton, alla volta della stazione Mario Zucchelli e del Mare di Ross.

A bordo si sono alternati ricercatori e tecnici per portare avanti le attività di ricerca previste nell'ambito di otto progetti finanziati dal Pnra, oltre alle attività in collaborazione con l'istituto Idrografico della Marina Militare.

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