La giustizia belga mantiene i suoi impegni. E oltre alla indulgenza plenaria concessa a Antonio Panzeri in cambio del suo pentimento, mette in salvo anche moglie e figlia dell'ex eurodeputato del Partito democratico. Fino al 10 gennaio Silvia Panzeri e Maria Dolores Colleoni erano pericolose criminali, pezzi importanti dell'associazione a delinquere per corruzione e riciclaggio messa in piedi dal congiunto, e per ottenere la loro consegna i belgi avevano pressato la magistratura italiana. Ieri il giudice Michel Claise in missione a Milano formalizza, come preannunciato martedì, la rinuncia alla consegna. La Corte d'appello di Brescia si prepara a revocare gli arresti domiciliari, madre e figlia tornano libere. La Panzeri e la Colleoni, fa sapere il loro avvocato Angelo De Riso, andranno a farsi interrogare in Belgio dove potranno completare il quadro di confessioni messo a verbale dall'indagato numero uno.
Non è chiaro per ora se anche alle due donne verrà sottoposto un accordo formale di collaborazione come quello sottoscritto da Panzeri il 10 gennaio, o se ci si limiterà ad applicare per vie di fatto una linea più soft. Altra domanda per ora in attesa di risposta riguarda la sorte di Monica Bellini, la commercialista milanese per la quale il 31 gennaio la Corte d'appello dovrà decidere sulla consegna al Belgio: anche lei è accusata di avere avuto un ruolo centrale nel riciclaggio dei fondi di Panzeri e del suo assistente Francesco Giorgi. Per ora la sua richiesta di consegna non è stata revocata. Solo nelle prossime ore si capirà se anche la sua salvezza fa parte del «pacchetto» concordato da Panzeri con il parquet, la Procura di Bruxelles.
Anche di questo si è parlato nel vertice di ieri mattina, al quarto piano del Palazzo di giustizia milanese, tra gli inquirenti belgi e il procuratore aggiunto Fabio De Pasquale, capo del pool «corruzione internazionale». Ai colleghi De Pasquale ha consegnato le copie della corposa documentazione sequestrata durante le perquisizioni a carico di Panzeri e famiglia, nonchè delle carte rinvenute nello studio della Bellini; poi il procuratore federale Frederic Van Leeuw e il giudice Claise si sono spostati con i loro tecnici negli uffici della Guardia di finanza per estrarre i dati contenuti nei computer e nei telefoni sequestrati durante le perquisizioni.
Gli inquirenti belgi tornano in patria con un carico di elementi che potranno risultare preziosi per la fase due dell'inchiesta, innescata dalle ammissioni di Panzeri. Martedì mattina la commissione Giustizia dell'Europarlamento voterà per la revoca dell'immunità all'italiano Andrea Cozzolino e al belga Marc Tarabella, come entrambi i deputati - pur continuando a proclamarsi innocenti - hanno chiesto. Ma prima di allora la prima, significativa scadenza è l'udienza di questa mattina in cui la Corte d'appello di Bruxelles dovrà decidere sulla richiesta di scarcerazione avanzata da Francesco Giorgi e da Niccolò Figà Talamanca, segretario della ong No peace without justice, arrestati insieme a Panzeri il 9 dicembre. Le posizioni dei due sono assai diverse, Figà Talamanca continua a proclamarsi innocente mentre Giorgi ha reso ampie confessioni, già inserite dai pm nella richiesta di impeachment di Cozzolino e Tarabella.
Le rivelazioni di Giorgi potrebbero essere ancora più vaste di quelle di Panzeri, avendo il giovane lombardo lavorato nelle ultime legislature con una serie di europarlamentari. Dalla decisione di oggi si capirà se anche a lui è stato concesso di scendere a patti.
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