Le follie green dell'Ue spingono gli italiani alla «svendita del patrimonio immobiliare. L'entrata in vigore, ad aprile scorso, della direttiva Ue sulle case green, che prevede l'obbligo di efficientamento energetico delle proprie abitazioni, produce già un primo effetto negativo: 2,5 milioni di italiani hanno deciso di mettere in vendita la propria abitazione proprio per evitare possibili futuri costi di ristrutturazione.
Il dato emerge da un'indagine commissionata da Facile.it, l'aggregatore per la ricerca di mutui, a mUp Research e Bilendi.
Le famiglie italiane sono spaventate dall'assalto alla casa che l'Unione europea, con la vecchia maggioranza condizionata dalle ricette del socialista Frans Timmermans, ha lanciato. E per questa ragione, che i Popolari europei nelle trattative per il futuro governo Ue hanno posto il veto sulle forze ambientaliste e green.
La direttiva sta imponendo un cambio nelle abitudini degli italiani. Sempre secondo lo studio commissionato da Facile.it «chi oggi vuole comprare casa è spesso condizionato dalla nuova norma».
Ci sono quasi 3 milioni di italiani in cerca di un immobile che hanno cambiato i propri criteri di selezione limitando la ricerca alle sole abitazioni efficienti, non toccate dalla direttiva UE; una tendenza diffusa maggiormente nelle regioni del Nord ovest, dove la percentuale arriva al 60%, a fronte di una media nazionale pari al 50%.
Basso il numero, appena 800mila, degli italiani che invece stanno appositamente cercando di comprare una casa con basse prestazioni energetiche, nella speranza di risparmiare sul prezzo d'acquisto; dinamica, questa, presente nelle regioni del Centro Italia (18% a fronte di una media nazionale pari al 13%). In Italia, secondo le prime stime, la direttiva UE sulle case green potrebbe riguardare, potenzialmente, quasi 5 milioni di immobili residenziali, con spese di ristrutturazione variabili tra i 20 e i 55 mila euro a famiglia.
Cifre importanti che, naturalmente, fanno paura a molti italiani: sempre secondo l'indagine, tra chi è a conoscenza della norma, il 43% dichiara di essere spaventato dalla possibilità di dover far fronte a costi così importanti per ristrutturare casa e non sorprende vedere come in molti stiano pensando di vendere la propria abitazione piuttosto che mettere mano al portafogli.
L'obiettivo della direttiva è quello di arrivare al 2050 nei Paesi Ue a un parco immobiliare totalmente decarbonizzato e ad alta efficienza energetica.
Entro il 2026 tutti gli Stati membri devono presentare il proprio Piano nazionale di ristrutturazione degli edifici, indicando strategie e tempistiche. Dal 31 dicembre 2026, partirà l'obbligo di installare impianti solari su tutti i nuovi edifici pubblici e non residenziali che presentano una superficie superiore ai 250 mq.
Ma il passaggio chiave, che potrebbe avere effetti devastanti per l'Italia, è il 31 dicembre 2028 quando diventerà obbligatorio installare impianti solari su tutti gli edifici esistenti con una superficie superiore a 750 mq.
Il governo Meloni si sta muovendo, trovando sponda nel Ppe, per modificare gli obblighi e rinviare l'applicazione della direttiva. Su questa trattativa si gioca una partita importante anche per la futura commissione Ue.
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