I salari aumentano, la produttività no

Nel periodo 2015-2017 retribuzioni su del 2,5%, sale pure il potere d'acquisto

I salari aumentano, la produttività no

Roma - La questione salariale nel nostro Paese è sempre d'attualità. Il problema è che, a fronte di remunerazioni non esaltanti, occorre valutare anche un andamento della produttività sicuramente sotto tono. Nel triennio 2015-2017 le retribuzioni sono cresciute del 2,5% contro un'inflazione che si è attestata all'1,1% determinando con una crescita del potere di acquisto. È quanto ha rilevato il Jp Salary outlook, lo studio semestrale dell'osservatorio Jobpricing sullo stato dell'arte delle retribuzioni italiane. Secondo l'Ocse, la crescita del salario lordo per ora lavorata in Italia (+0,1%) è fra le peggiori della zona euro, al di sotto persino della Grecia (+0,6%) e peggio soltanto della Finlandia (-0,1%). La retribuzione media in Italia è di 29.380 euro lordi (nono posto in Eurolandia in base alle stime dell'Ocse). La retribuzione dei lavoratori italiani è quasi la metà di quella media del Lussemburgo. Un dirigente guadagna in media 101.821 euro lordi annui, un quadro 54.021, un impiegato 30.814 e un operaio 24.865. I dirigenti guadagnano in media tre volte in più di un operaio, ma nel complesso il trend dell'ultimo triennio è favorevole agli operai (+4,9%, mentre i dirigenti hanno registrato un calo -4,2%, con una piccola inversione di tendenza solo nel 2017). Le dinamiche evidenziano, tuttavia, una crescita che seppur modesta si è mantenuta ben al di sopra di quella della produttività del lavoro che nel periodo 2015-2017 è aumentata di un modesto 0,5 per cento. Ne consegue che i salari, complessivamente, sono cresciuti più di quanto è stato effettivamente prodotto. O, per meglio dire, il grande recupero della produzione industriale è stato «divorato» dal resto del Paese.

Nel 2017, infine, sono aumentate le distanze fra Nord (+0,3% rispetto al 2016) e Sud (-0,3%). La Lombardia si conferma con gli stipendi più alti (31.718 euro lordi annui), mentre la Calabria è il fanalino di coda (24.453 euro lordi annui).

Ci sono differenze significative sul piano retributivo fra Nord e Sud del paese: +6,8% per i dirigenti, +11% per i quadri, +12,8% per gli impiegati, +9,7% per gli operai. L'agricoltura ha ancora le retribuzioni più povere con una media di 23.778 euro lordi.

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