I trafficanti uccidono i migranti. Ma la sinistra incolpa Salvini

Nubifragio al largo della Libia: morti e dispersi. Per la sinistra è colpa del pugno duro di Salvini e della politica dei porti chiusi. È scontro

I trafficanti uccidono i migranti. Ma la sinistra incolpa Salvini

La sinistra è subito partita all'attacco. Da Laura Boldrini ad Leoluca Orlando, tutti in fila a puntare il dito. Non appena è arrivata la notizia dell'ennesimo naufragio al largo della Libia, si sono fiondati ad accusare Matteo Salvini chiedendogli di riaprire i porti italiani alle navi delle Ong e a rispondere per gli immigrati morti nel Mar Mediterraneo. "Finché i porti europei rimarranno aperti - ha ribattuto il vicepremier leghista - finché qualcuno continuerà ad aiutare i trafficanti, purtroppo gli scafisti continueranno a fare affari e a uccidere".

I numeri che arrivano dal Mar Mediterraneo sono allarmanti. Si parla di almeno 117 immigrati dispersi dopo il naufragio di un gommone che li stava portando verso le coste europee. Una drammatica tragedia che è stata immediatamente colta al volo dalla sinistra per attaccare Salvini e la sua linea dura contro l'immigrazione clandestina. Il capo popolo è sicuramente Orlando che arriva a parlare di "genocidio" e a invocare "un nuovo processo di Norimberga" scatenando un battibecco violentissimo con lo stesso ministro dell'Interno. Mail sindaco di Palermo non è l'unico ad accusarlo di avere sulla coscienza gli immigrati morti nel Mar Mediterraneo. "Salvini dovrebbe rendersi conto - inetrviene la Boldrini - che gioire per il numero inferiore degli arrivi corrisponde alla morte di tante persone che tentano solamente di uscire dai quei luoghi terribili che sono i centri di detenzione in Libia e trovare un po' di pace e di sicurezza". Anche Giuseppe Civati, fondatore di Possibile, rinfaccia al governo gialloverde di disinteressarsi delle "persone sparite, morte nelle traversate o finite nei campi libici" dove sono "vittime di torture".

Non è solo l'ala più estrema della sinistra ad attaccare a testa bassa. Anche nel Partito democratico vengono usati gli stessi toni. "Il nostro governo si sta avvicinando sempre di più a quello di Orban", accusa Edoardo Patriarca. "Se le ong non erano necessarie - incalza il senatore dem - ci può dire Salvini, perché continuino ad avvenire naufragi?". "D'altronde questo esecutivo è lo stesso che ha rinnegato il Global Compact e ha abbracciato le teorie e le azioni di Visegrad e di Trump", fa eco la deputata Barbara Pollastrini invitando gli italiani a "reagire a livello personale e collettivo". Anche Matteo Renzi, senza mai fare il nome di Salvini, punta il dito contro la poltica dei porti chiusi: "Noi italiani siamo abituati a un banale principio di civiltà: quando c'è un uomo in mare, una donna in mare, un bambino in mare non importa a chi tocca perchè noi italiani andiamo e proviamo a salvarli".

"Nessuna battaglia ideologica vale la morte di cento persone affogate o morte di freddo in mare", incalza l'ex premire chiedendo apertamente al governo di tornare a recuperare gli immigrati che partono dalle coste del Nord Africa.

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