Ieri si alzava la mano Oggi alzano le mani

Ieri si alzava la mano Oggi alzano le mani

Sul «quadro» c'è scritto 8, ma non è il buon voto in pagella dell'alunno che ha studiato. Il quadro è quello clinico, e otto sono i giorni di prognosi del professore picchiato dai genitori di un ragazzo in un istituto tecnico di Roma qualche giorno fa. È la scuola della didattica orizzontale, nel senso che i prof finiscono al tappeto. Le cronache dal pianeta istruzione sembrano ormai un bollettino di guerra: non c'è tg che non ci aggiorni il bilancio di insegnanti schiaffeggiati, presidi presi a pugni e risse con il personale non docente. Se le aule si sono di colpo trasformate in ring, e quella che suona dovrebbe essere la campanella dell'intervallo invece sembra il gong di fine round, qualche domanda dovremmo farcela. Ad esempio su che fine abbia fatto il rispetto dei ruoli, in un'Italia che tende a confonderli e a non riconoscerne alcuni. Per averne una pratica dimostrazione basta farsi un giro sui social frequentati sì dai teenager, ma pure da chi ragazzo non lo è più già da un pezzo. E anche fuori dagli schermi degli smartphone la realtà è allarmante. Dal poliziotto pestato al corteo al controllore accoltellato in treno nello svolgimento del proprio dovere, sono storie diverse ma il seme è lo stesso. E la deriva è unica. Se a nessuno viene più riconosciuto il potere di far rispettare le regole, quindi di giudicare e infine di sanzionare (che sia una multa o un brutto voto o una bocciatura), passare alle vie brevi per ristabilire una giustizia fai-da-te è la naturale conseguenza. Senza scomodare princìpi di diritto e di pedagogia, prima ancora di affermare concetti apparentemente scontati, dovremmo preoccuparci di difendere le vittime da una violenza sotterranea e ottusa. E riuscire ad ammettere che il mestiere del maestro, o del professore, è ormai da annoverare tra i più a rischio della nostra società. Altrimenti andiamo dritti incontro a una trama da romanzo distopico. Finirà che i docenti saranno costretti a insegnare dentro una gabbia per non essere aggrediti dagli studenti, che i colloqui con i genitori si terranno da dietro un vetro, che ai prof sarà consigliato di indossare in classe casco e giubbotto antiproiettile, che non si sa mai...

Nel buio della

giungla resta una sola stella polare: il riconoscimento dell'autorità. Roba vecchia, passata di moda? Chissà. C'era una volta una scuola in cui si alzava la mano. Ma per poter parlare, non per darla in faccia al professore.

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