La versione di Ilary

La separazione più lunga del mondo, come il rigore di Osvaldo Soriano, dopo materia da articoli (innumerevoli) e da serie tv (Unica, su Netflix) diventa anche una faccenda letteraria

La versione di Ilary
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La separazione più lunga del mondo, come il rigore di Osvaldo Soriano, dopo materia da articoli (innumerevoli) e da serie tv (Unica, su Netflix) diventa anche una faccenda letteraria, grazie al libro «Che Stupida» di Ilary Blasi che esce oggi (Mondadori, collana «Viva Voce», 228 pagine, 19,90 euro) e nel quale l'ex moglie di Francesco Totti racconta la sua storia di dolore e rinascita, quei dodici mesi più o meno lunghi tutto il 2022 che hanno terremotato la vita sua, dell'ex Pupone e dei tre figli della coppia, «orribili, ma anche intensi, in cui ho scoperto me stessa, le mie risorse. Sono sopravvissuta ma non solo: sono ancora in piedi». La cronaca della crisi si alterna nel volume ai capitoli in cui Ilary ricorda la loro storia d'amore, iniziata nel 2002, quando Totti la corteggiò serratamente dopo averla conosciuta grazie ad amici, al punto da dedicarle una maglietta indossata sotto quella della Roma ed esibita dopo un gol in un derby («Sei unica», garantiva la t-shirt), e proseguita con un matrimonio post-kitsch in diretta tv il 19 giugno 2005, con la nascita dei tre figli Christian (2005), Chanel (2007) e Isabel (2016).

Il libro, che Totti potrebbe essere l'unico a non sfogliare («Francesco che legge un libro?», ha ironizzato in tv Ilary), è un racconto del percorso che ha inizio a novembre 2021, quando «mi addormentai tra le braccia di Francesco e la mattina dopo mi risvegliai con uno che gli assomigliava molto ma non era lui». Un punto di rottura che porterà al precipitare degli eventi nei mesi successivi: lui che la accusa di tradimento, poi viene fuori grazie a Dagospia che il fedifrago è lui, con tanto di nome e cognome dell'amante («Noemi Bocchi»), lui che nega, giura e spergiura, lei sospesa tra il dubbio e la voglia di difendere lui e la famiglia, poi le foto paparazzate, gli agguati di lei, la decisione di rivolgersi a un detective pasticcione, le prove, lui costretto ad ammettere, il comunicato congiunto per dare notizia della separazione, le liti e i dispetti sulla casa e sugli oggetti dispetti per la casa, la rabbia di lei per una città, Roma, che sembra stare quasi tutta dalla parte del Capitano.

Solo che il Totti descritto nel libro dall'ex moglie non è il condottiero generoso e carismatico capace di conquistare un'intera città e indurla alla devozione per lui. È un uomo geloso, bugiardo, insicuro, pavido, goffo nel tentativo di coprire il suo tradimento, perfino manipolatorio nel tentativo di giustificarlo con i presunti flirt di lei. Un uomo che arriva a dichiarare ad Aldo Cazzullo, che lo intervista per il Corriere della sera l'11 settembre 2022, che Ilary lo ha trascurato dopo il trauma dell'addio al calcio avvenuto nel 2017. «Non solo mignotta, ero anche stronza. Insensibile e stronza», scrive amara Blasi. Che aggiunge qualche pagina più avanti: «Francesco voleva farmi passare per poco di buono, per ladra, per avida, il peggio del peggio, perché così lui sarebbe sembrato un santo, la vittima paziente e bonaria di una donna crudele».

Malgrado questo, a chiusura del libro, Ilary tende una mano all'ex amore di una vita (una mezza vita, va): «Siccome ti conosco bene il primo passo lo faccio io, d'accordo Francè? Aggiungo una tovaglietta e apparecchio per cinque. Ti metto qua, al tuo vecchio posto, a capotavola.

La coppia potrà non esserci più ma della nostra famiglia saremo sempre parte, ci basta volerlo. Facciamo così: ora scolo gli spaghetti, chiamo i nostri figlie tutti insieme ti aspettiamo per cena. Verrai?». Totti scriverà un altro libro per dirle sì o no?

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