"Impronte digitali per i parlamentari": protestano Pd e Leu

La proposta arriva dal sottosegretario M5S Fantinati. Dura replica da parte di Pd e Leu: "La gravità di questo intervento non è accettabile"

"Impronte digitali per i parlamentari": protestano Pd e Leu

Mattia Fantinati, sottosegretario alla Pubblica amministrazione del Movimento 5 Stelle, tramite una lettera ha chiesto ai presidenti di Camera e Senato di introdurre il controllo delle impronte digitali anche per i parlamentari. Il pentastellato, mediante un'intervista rilasciata a Il Messaggero, ha affermato che si tratterebbe di una misura "fondamentale per valutare la qualità di un politico. Il lavoro del parlamentare non si esaurisce nel voto, ma anche il voto serve per valutarne l'operato. La diaria giornaliera, infatti, è legata alla presenza, ed è considerato presente solo il parlamentare se partecipa almeno al 30 per cento delle votazioni del giorno. Se la diaria si basa sulle votazioni, deve essere corrisposta a chi vi ha partecipato realmente".

Sarebbe da intendere come strumento quantitativo per registrare le presenze al voto, oltre che per "valutare i politici, e decidere se devono essere riconfermati o meno". Infine aggiunge che "molte apparecchiature già esistono. E se ne dovessero servire altre, è importante chiarire come non sia un costo ma un investimento. Guadagni in produttività e trasparenza".

La reazione di Pd e Leu

Federico Fornaro, capogruppo di Leu a Montecitorio, si è opposto fortemente alla proposta delle impronte digitali: "La gravità di questo intervento non è accettabile, c’è un problema di dignità del Parlamento e non di accettare più la logica per cui siamo qui a rubare lo stipendio. Lezioni da un parlamentare che nella scorsa legislatura ha partecipato a una votazione elettronica su tre nessuno di noi in quest'Aula può accettarle: è ora di finire con questi attacchi, basta con questa barbarie".

Si è schierato contro anche Enrico Borghi del Partito democratico: "È inaccettabile che vi sia una iniziativa da parte del governo che ritiene di dover e poter intervenire nell'organizzazione dei lavori dell'Aula, il governo non si può permettere di sindacare sulle scelte del Parlamento relative ai propri lavori".

Sul tema dell'obbligo delle impronte digitali per le votazioni è intervenuto il presidente della Camera Roberto Fico.

Secondo quanto appreso dall'Agi, durante la riunione della conferenza dei capigruppo Roberto Fico avrebbe dichiarato: Ogni eventuale decisione che riguarda il regolamento della Camera o l'organizzazione dei lavori, viene presa dalla Camera stessa, nelle sedi opportune".

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