Imu, entro oggi l'acconto ecco chi deve pagarla

Coinvolti 25 milioni di contribuenti. Confedilizia: "Tassa nemica della crescita, il governo la tagli"

Imu, entro oggi l'acconto ecco chi deve pagarla
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Oggi scade l'acconto Imu e gli italiani sono chiamati al versamento dell'acconto che porterà nelle casse dello Stato circa 11 miliardi di euro. Una cifra che potrebbe anche aumentare considerando coloro che sceglieranno di effettuare il saldo in un'unica soluzione. Il 2024, tuttavia, porta con sé un risvolto positivo: il decreto Salva-Casa, attualmente in fase di conversione alla Camera, consentirà ai proprietari immobiliari di sanare attraverso il pagamento di una sanzione le piccole difformità delle proprie case. Una scelta legislativa che sblocca il mercato e che tutela la proprietà privata. Ma che soprattutto fornisce un beneficio alla cittadinanza aumentando il numero di immobili disponibili per la vendita, spesso bloccati da queste minuzie che, accumulandosi, rendono le pratiche di difficile gestione per gli uffici tecnici dei Comuni. A guadagnarci saranno anche gli enti locali in quanto il gettito atteso è compreso tra gli 8 e i 10 miliardi.

Tornando all'Imu, occorre ricordare che - con eccezione della prima casa (a meno che non sia considerata di lusso, ossia nelle categorie A1 e A2) - essa va versata per il possesso di fabbricati, aree fabbricabili e terreni agricoli. A dover effettuare il pagamento sono circa 25 milioni tra proprietari, titolari di diritto reale di usufrutto, uso, abitazione, superficie sull'immobile; genitori assegnatari della casa familiare nonché ai titolari di contratti di locazione finanziaria. Il versamento deve essere effettuato in due rate annuali di valore pari al 50% dell'imposta ciascuna. La prima ha la scadenza fissata al 16 giugno (17 per quest'anno) e la seconda al 16 dicembre. Secondo un'analisi della Uil, il tributo quest'anno costerà in media 1.022 euro a proprietario, di cui 511 per l'acconto di oggi. Le aliquote sono fissate allo 0,5% per le prime case di lusso, 0,86% per altri immobili, inclusi i terreni fabbricabili, 0,86% per gli immobili ad uso produttivo, 0,76% per i terreni agricoli, 0,1% per i fabbricati rurali ad uso strumentale e 0,1% per i fabbricati merce non locati. Percentuali comunque modificabili dai Comuni.

Se gli immobili occupati abusivamente non sono soggetti all'imposta, essa grava su quelli inagibili e inabitabili, anche se con base imponibile ridotta alla metà, ha ricordato Confedilizia. Eliminarla «costerebbe poco più di 50 milioni di euro», sottolinea l'associazione presieduta da Giorgio Spaziani Testa che chiede al governo di «avviare una graduale riduzione di questa imposta nemica del risparmio e della crescita». Dalla sua introduzione nel 2012 ha drenato oltre 300 miliardi dalle tasche degli italiani.

Come detto, con il decreto amplia il grado di tolleranza per le difformità rispetto al progetto di costruzione, per tutti gli interventi realizzati entro il 24 maggio di quest'anno (un emendamento della Lega introduce la possibilità di sanare anche gli interventi futuri). Le tolleranze si riducono all'aumentare della superficie dell'immobile: si parte dal 5% fino a 100 metri quadri, per arrivare al 4% tra 100 e 300 , al 3% tra i 300 e i 500 e al 2% oltre i 500 metri quadri. Tramezzi e porte sono condonabili se non sono strutturali così come le minori difformità, cioè le irregolarità esecutive di muri esterni ed interni e la difforme ubicazione delle aperture (quindi le porte interne). Salta soprattutto la doppia conformità: ora sarà richiesta solo la conformità con le norme edilizie al momento della costruzione. Il dl stabilisce, infine, che per dimostrare lo stato legittimo dell'immobile «sarà sufficiente presentare l'ultimo intervento edilizio, anche in sanatoria». Stop, quindi, alle ricerche infinite negli archivi catastali. Gli emendamenti della Lega al decreto prevedono, inoltre, l'abbassamento dei requisiti minimi di superficie per l'abitabilità (da 28 a 20 metri quadri per una persona, da 38 a 28 per due) e di altezza (da 2,70 a 2,40 metri).

Si cercherà di semplificare ulteriormente il cambio di destinazione d'uso. Per tutti i dubbi resta sempre in funzione lo Sportello Casa del Giornale in collaborazione con Confedilizia all'indirizzo infocasa@ilgiornale.it.

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