Infermiera dona un rene al figlio: "Regalo dal cielo"

Il ragazzo aveva una nefrite in peggioramento. Operato nel reparto dove lavora la madre

Infermiera dona un rene al figlio: "Regalo dal cielo"

Il figlio è in lista per un trapianto di rene perché affetto da nefrite, ma l'attesa dura da troppo. E a 27 anni, con un lavoro, una vita e tanti progetti, non c'è tempo per aspettare. Lo sa bene la madre, infermiera dove il giovane fa la dialisi, che decide di donargli un rene. Facendolo così nascere una seconda volta. Una storia emozionante, resa possibile «dall'amore di una madre - osserva il governatore Albero Cirio - e dall'efficienza del centro trapianti dell'ospedale Molinette», ben 250 trapianti di rene da vivente nell'anno in cui ha festeggiato i 40 anni di attività e i 4mila trapianti di rene dal 1981.

«Sono 21 anni che lavoro in dialisi. Quando ho saputo della malattia di mio figlio, otto anni fa, è subito scattata in me la consapevolezza di quanto fosse importante donargli un organo», racconta la mamma infermiera, 52 anni, che «ringrazia le Molinette e tutte le equipe, dai medici agli infermieri a tutto il personale sanitario». «In Italia si può fare di più, è un gesto che può dare un'altra vita: adesso è Natale, ma forse questa coincidenza è un segno che mio figlio abbia potuto ricevere, grazie alla mia possibilità di donare e all'ospedale che lo ha reso fattibile, l'unico regalo che veramente può cambiare la sua vita in questo momento».

Nonostante la pandemia sia al centro dell'attenzione, le altre patologie - comprese quelle renali - pressano sempre di più gli ospedali. In questi due anni i trapianti renali si sono mantenuti numericamente elevati ed anzi nel 2020 le Molinette hanno realizzato il maggior numero di trapianti renali nell'arco di un anno in tutta la storia del trapianto in Italia. In questo contesto. il trapianto da donatore vivente è in crescita. Sono quattro anni che il Centro trapianti renali delle Molinette, responsabile il professor Luigi Biancone, ne ha incrementato il numero, grazie alla maggior richiesta che viene dai Centri dialisi - come quella dell'infermiera e del figlio - e ai miglioramenti organizzativi del Centro, che in poche settimane può valutare, gestire e portare al trapianto. La tutela del donatore, sottoposto a una serie di esami e valutazioni molto attente al fine di donare con i minimi rischi, è una priorità al pari della salute del ricevente.

Nessun limite all'età per donare, ma il dato anagrafico va rapportato con i quelli clinici, morfologici e funzionali che possono segnalare un'età biologica più bassa, ed anche il gruppo sanguigno non è generalmente un ostacolo a differenza degli altri tipi di trapianto.

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