La beffa del rugby "alcohol free" fa infuriare i tifosi di Twickenham

Niente alcol, siamo inglesi. Ma almeno, avvertiteci prima

La beffa del rugby "alcohol free" fa infuriare i tifosi di Twickenham
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Niente alcol, siamo inglesi. Ma almeno, avvertiteci prima. Ha fatto infuriare molti tifosi di rugby la sperimentazione avviata a sorpresa allo stadio di Twickenham, a Londra, in occasione del match del Sei Nazioni vinto sabato scorso dall'Inghilterra sul Galles 16-14. Una vittoria «a secco» per gli spettatori che a loro insaputa si sono trovati ad avere un biglietto per i settori «alcohol free», nei quali non era consentito l'ingresso con l'amata birra. Molti si sono presentati all'ingresso con dei boccali in plastica di Guinness pagati la ragguardevole cifra di 7,50 sterline l'uno (quasi 9 euro) trovandosi di fronte al dilemma di gettarli via oppure berli in tutta fretta in piedi. Il Telegraph ha raccontato di scene concitate e di persone furiose e addirittura di uno spettatore particolarmente assetato costretto a far fuori quattro pinte in pochi minuti pur di non vanificare l'investimento fatto, e chissà in quali condizioni il tapino avrà poi osservato le sottigliezze del gioco. Un'esperienza frustrante che ha spinto molti spettatori, convinti che senza birra l'esperienza fosse stata rovinata, a chiedere il rimborso del biglietto. Anch'esso peraltro piuttosto caro, visto che uno spettatore racconta al quotidiano di aver speso 117 sterline per il ticket 14,70 per due drink: oltre 150 euro per tornare a casa arrabbiato e a secco.

Naturalmente qualcosa è andato storto nella comunicazione della

sperimentazione. Pubblicizzata certo sul sito della federazione inglese di rugby, ma secondo molti spettatori non comunicata chiaramente nel processo di acquisto online dei biglietti. Insomma, un buco nell'acqua. Anzi, nella birra.

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