Ingorgo in commissione: arrivano gli indagati di Ncd

La giunta deve esprimersi su Bilardi e Azzollini: per quest'ultimo confermata la richiesta d'arresto

Ingorgo in commissione: arrivano gli indagati di Ncd

Roma - C'è un ingorgo, nella Giunta per le immunità del Senato, tutto targato Ncd. Ieri è stata fatta slittare alla sera di martedì prossimo la decisione sulla richiesta d'arresto del senatore centrista Antonio Azzollini, presidente della commissione Bilancio, accusato dai pm di Trani per il crac della casa di cura pugliese «Divina Provvidenza» di Bisceglie.

Nella stessa giornata alla Giunta è arrivata la richiesta d'arresto per Giovanni Bilardi sempre di Area popolare, accusato dalla procura di Reggio Calabria di peculato e falso per le spese pazze in Regione Calabria, «Rimborsopoli» l'hanno chiamata. Il caso è stato incardinato e oggi si stabiliranno le tappe dell'esame, ma l'audizione dello stesso Bilardi dovrebbe essere fissata proprio per il martedì 7 in cui si deciderà la sorte di Azzollini.

Formalmente, ha spiegato il presidente della Giunta Dario Stefano (Sel), il rinvio su Azzollini è stato motivato dall'ennesimo inutile voto a Montecitorio per l'elezione dei giudici della Consulta. Ma c'era anche l'attesa per la decisione del tribunale del riesame sulla richiesta di revoca degli arresti domiciliari per Azzollini. E solo poche ore dopo i giudici di Bari hanno respinto l'istanza dei legali del senatore.

Ce ne sono parecchi inguaiati dalla magistratura tra gli uomini del Sud di Angelino Alfano, preziosi per gli equilibri del governo Renzi soprattutto in Senato. E il Pd si trova in grave imbarazzo rispetto alla sua «questione morale».

La scorsa settimana la maggioranza alla Camera ha dovuto respingere le tre mozioni di sfiducia firmate da M5S, Sel e Lega che chiedevano l'allontanamento dal governo del sottosegretario siciliano all'Agricoltura Giuseppe Castiglione, indagato dai pm di Catania per il Cara di Mineo e coinvolto nell'inchiesta di «Mafia capitale», per i suoi rapporti con Luca Odevaine. Pochi giorni dopo, è arrivata un'altra grana per Ncd: la Dda di Catanzaro ha chiesto in rito abbreviato la condanna a 3 anni di reclusione per corruzione elettorale del senatore Pietro Aiello.È un periodo nero, insomma, per i centristi già ridotti ai minimi termini e alle prese con una fronda interna anti Renzi guidata dall'ex capogruppo alla Camera Nunzia de Girolamo.

Ieri in Senato si è cercato di prendendo tempo su Azzollini, ma il 7 si passerà al voto sulla proposta del presidente Stefano. Lui ha spiegato che il tribunale del riesame «esamina elementi di natura procedurale ma da un punto di vista contenutistico incide poco sul lavoro della Giunta, che non cerca un riscontro processuale ma identifica se c'è o non c'è fumus persecutionis ». Ma certo la decisione presa ieri sera dai giudici di Bari di respingere l'istanza di scarcerazione del senatore aggrava la sua posizione.

Incombe , poi, la questione Bilardi, coinvolto nell'indagine «Erga Omnes», uomo forte del partito di Alfano in Calabria così come Castiglione lo è in Sicilia e Azzollini in Puglia.

Nelle regioni meridionali c'è il più alto tasso di indagati, arrestati, imputati e condannati di Ncd. Ed è lì che il partito pesca molti dei voti che lo fanno arrivare appena al 3 per cento.

Per la cronaca, Aiello compare nell'indagine «Erga Omnes» di Bilardi ed è già indagato per voto di scambio: per l'accusa la sua elezione a consigliere regionale nel 2010 avrebbe avuto il sostegno di una cosca mafiosa. Anche Bilardi era già indagato per abuso d' ufficio a Catanzaro e peculato, falso e truffa a Reggio Calabria.

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