Quelle parole, «sei una scimmia» urlate dagli spalti della palestra Carim di Rimini verso una giocatrice di basket 17enne - e rilanciate in un video postato su Facebook che ha poi fatto il giro d'Italia - costeranno care a una mamma «tifosa» di Cesena raggiunta da un Daspo di due anni emesso dal Questore di Rimini Olimpia Abbate. La donna, che per 24 mesi non potrà dunque assistere a nessuna manifestazione sportiva, è la madre di due avversarie della giovane che aveva apostrofato in maniera becera durante il derby tra la Happy Basket Rimini e la Nuova Virtus Cesena nel campionato di pallacanestro femminile Under 19.
Quando era piovuto quell'insulto, l'atleta aveva lasciato il parquet per dirigersi verso la tribuna e raggiungere la tifosa. E per questo, a norma di regolamento, era stata espulsa rischiando una squalifica. Il giudice sportivo della Fip dell'Emilia-Romagna ha deciso che per lei, ragazza di colore residente a Santarcangelo di Romagna, può bastare una «deplorazione» riconoscendole l'attenuante di avere reagito ad una grave offesa, inequivocabilmente discriminatoria e razzista. Epilogo invocato a gran voce, in maniera trasversale sulla rete e fuori, e decretato dal giudice sportivo che ha disposto per la Nuova Virtus Cesena 3 turni a porte chiuse a causa del comportamento discriminatorio della sua sostenitrice. Figura da cui il club cesenate - che aveva immediatamente fatto sentire la sua vicinanza alla giovane riminese e stigmatizzato il comportamento della donna - aveva preso le distanze in maniera netta e inequivocabile.
Intanto domenica le giocatrici delle due formazioni maggiori delle società coinvolte si sfideranno nel
campionato di B femminile ed entreranno in campo indossando una maglia con la scritta «No al razzismo». Facendo calare il sipario su una vicenda che il presidente della Fip Petrucci aveva definito «vergognosa e incommentabile».
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