"Interveniamo sulle pratiche fraudolente che favoriscono gli ingressi illegali". Intervista a Wanda Ferro

Il sottosegretario all'Interno: "Colpire le reti finanziarie"

"Interveniamo sulle pratiche fraudolente che favoriscono gli ingressi illegali". Intervista a Wanda Ferro
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Wanda Ferro, dirigente di FdI, ex presidente della Provincia di Catanzaro, oggi è sottosegretaria all'Interno. Parliamo con lei di immigrazione e sbarchi

Giorgia Meloni ha dichiarato guerra ai trafficanti di esseri umani. Ha detto che seguirà il metodo con il quale Falcone e Borsellino combattevano la mafia: Follow the money. Che vuol dire?

«Significa che per aggredire efficacemente il fenomeno bisogna individuare e colpire le reti finanziarie e le catene di approvvigionamento che stanno dietro ai trafficanti, anche rafforzando il partenariato internazionale dal punto di vista investigativo e operativo. Non dimentichiamoci che il 90 per cento dei migranti paga i trafficanti per cercare di raggiungere l'Europa, con cifre che arrivano a 20mila euro, e questo genera un giro d'affari annuo che su scala mondiale oscilla tra i 4,7 e i 6 miliardi di euro. Chi continua a sostenere l'immigrazione incontrollata, non può far finta di non sapere che in realtà si alimenta un business di natura internazionale, che ha superato ampiamente quello delle armi e raggiunto per volumi di denaro il traffico di droga».

Un gruppo di piccoli partiti e associazioni ha raccolto 500 mila firme per far convocare un referendum che modifichi la legge sulla cittadinanza. Proponendo di dare la cittadinanza automatica a chiunque sia in Italia da 5 anni. Lei cosa ne pensa?

«La cittadinanza italiana non è un semplice pezzo di carta. Deve rappresentare soprattutto la condivisione di valori e di regole. Deve rappresentare l'assunzione di obblighi verso la comunità prima che lo strumento con cui rivendicare diritti. La concessione della cittadinanza deve essere l'esito di un percorso di integrazione e non l'eventuale presupposto, come vorrebbe una sinistra che continua a dare priorità a problemi che non ci sono. L'Italia è al primo posto in Europa per la concessione di nuove cittadinanze agli stranieri: solo lo scorso anno sono stati 200mila quelli che hanno acquisito la cittadinanza italiana. Prospettare un'ulteriore apertura delle maglie serve solo a incoraggiare l'arrivo di flussi di migranti in Italia, con la prospettiva di ottenere in maniera facile la cittadinanza di un paese europeo».

E l'ipotesi dello ius scholae la ritiene accettabile?

«Lo Ius Scholae non esiste in alcun paese europeo e ribadisco che si tratta di un tema che non è nell'agenda del governo».

Un forte aumento dei cittadini venuti dall'estero che conseguenze avrebbe?

«L'aumento dell'immigrazione incontrollata non può che avere un impatto sulla sicurezza delle nostre comunità, soprattutto quelle che vivono nelle periferie urbane. Ciò che la retorica delle porte aperte a tutti nasconde è che un'immigrazione indiscriminata non solo non è sostenibile, ma non consente ai migranti di avere il destino migliore al quale giustamente ambiscono».

Il governo si prepara a varare un nuovo decreto flussi. Come sarà?

«In particolare vogliamo intervenire sulle pratiche fraudolente compiute da imprese che esistono solo sulla carta, e che negli anni passati sono servite soltanto ad avviare le procedure di ingresso dei migranti, agevolate dall'assoluta mancanza di controlli. Poi ci sono altre norme su cui si sta ragionando, che riguardano un'ipotesi di prolungamento della validità del permesso per lavoro stagionale, e la previsione di un ulteriore stock di permessi per rispondere alla forte richiesta di badanti».

Il rigore con il quale si controllano le navi delle Ong sta dando risultati?

«I controlli dei mezzi delle ong non ha finalità punitive - anche se è chiara la loro azione politica in netta contrapposizione alle politiche del governo - ma punta a inserire la loro attività in un contesto di regole, per garantire innanzitutto la sicurezza dei migranti e dei territori

destinati ad accoglierli. Poi andremo a colmare anche il vuoto normativo relativo all'attività dei mezzi aerei delle ong a supporto delle operazioni di salvataggio, sancendo alcuni obblighi ragionevolissimi per il pilota».

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