Israele e Libano hanno ratificato l'accordo sulla demarcazione dei confini marittimi che apre la strada per entrambi allo sfruttamento delle risorse naturali nel tratto di mare finora conteso. Il traguardo, raggiunto con la mediazione Usa, è stato celebrato dal presidente americano Joe Biden come «una storica intesa che promuove gli interessi di entrambi i Paesi e della regione» e «segna un nuovo capitolo di prosperità e speranza». Per Israele e Libano, senza relazioni diplomatiche e ancora tecnicamente in guerra, è di fatto una forma di cooperazione indiretta. Una condizione sottolineata dal premier israeliano Yair Lapid: «Si tratta di una conquista politica, non capita tutti i giorni che uno Stato nemico riconosca Israele in un accordo scritto di fronte all'intera comunità internazionale», ha detto il capo di governo, che cerca di capitalizzare il massimo in vista delle nuove elezioni del 1 novembre, le quinte in tre anni e mezzo. Parole immediatamente smentite dal presidente libanese Michel Aoun, che si è affrettato a puntualizzare come «la demarcazione del confine marittimo meridionale è una questione tecnica che non ha implicazioni politiche o effetti che contraddicono la politica estera libanese». Stessa linea scelta da Hezbollah, il movimento sciita filo-Iran, che ha esultato per la «grande vittoria» del Paese dei Cedri, sottolineando però che l'intesa «non è un trattato internazionale e non è un riconoscimento di Israele» ma anche che il movimento sciita chiuderà la mobilitazione militare «eccezionale». Per il segretario generale, Hassan Nasrallah, la questione è chiusa, quindi il gruppo metterà fine alle «misure eccezionali e le mobilitazioni» adottate negli ultimi mesi per affrontare la contesa (lo scorso luglio Israele aveva intercettato tre droni).
La cerimonia è avvenuta nella cittadina al confine di Naqura, alla presenza del mediatore Usa e del coordinatore speciale Onu per il Libano, a porte chiuse, senza la stampa.
Beirut aveva anticipato che le delegazioni non si sarebbero incontrate: secondo indiscrezioni dei media israeliani, i due gruppi sono entrati da ingressi separati e hanno consegnato a Hochstein la rispettiva copia dell'accordo firmata; non ci sono stati saluti né strette di mano.
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