Investita e trascinata per 300 metri da un pirata

La vittima stava attraversando sulle strisce pedonali. Caccia all'automobilista killer

Investita e trascinata per 300 metri da un pirata

Sabato sera era successo a Milano. Un geometra quarantaquattrenne, con patente scaduta, niente assicurazione, ubriaco sul suo Suv, aveva investito un anziano sulle strisce pedonali. Uccidendolo e fuggendo. Grazie alle telecamere e ai testimoni sono bastate poche ore per acciuffarlo. Ieri tragedia fotocopia a Torino, in zona centrale, corso Moncalieri, stradone accanto al fiume Po, in questi giorni plumbeo come il cielo sporco di smog.

Giuliana Minuto aveva 68 anni: ieri mattina è stata investita e trascinata per trecento metri da un'auto «pirata», poco oltre i giardini Ginzburg, all'altezza dello stabile che ospita gli uffici dell'anagrafe.

La vittima è stata trascinata per diverse centinaia di metri: sull'asfalto le tracce partono da poco dopo l'incrocio con corso Fiume e arrivano fino all'altezza della chiesa della Gran Madre. Una lunga scia di sangue coperta con quella polvere bianca che si usa per «pulire» l'orrore.

Respirava ancora la donna quando sono arrivati i soccorsi. Erano le 11 circa. È morta poco dopo l'arrivo in ospedale. Chi l'ha travolta ancora una volta è fuggito. Anche per lui, ammesso che di un uomo si tratti, probabilmente sarà solo questione di tempo. Gli occhi delle telecamere filmano luoghi e minuti, vedono le targhe, qualche traccia di un'auto incidentata resta sempre sull'asfalto. Si tratta solo di avere pazienza, ricostruire fotogrammi e passaggi. A questo pirata danno la caccia tutti: polizia, carabinieri, vigili. «Ai familiari - si legge in una nota del Comando dei vigili urbani di Torino- le più profonde e sentite condoglianze della polizia municipale che si sta adoperando per ricostruire quanto tristemente accaduto».

Si cercano anche testimoni, oltre all'automobilista che ha assistito allo strazio dalla sua Mini Cooper e ha dato l'allarme. «Una scena tremenda- avrebbe raccontato- la signora stava attraversando la strada sulle strisce pedonali».

Abitava in zona Giuliana Minuto, era uscita da casa per andare a fare alcune commissioni. Quelle di ogni giorno, un po' di spesa, forse qualche soldo da prelevare al bancomat.

Ma adesso, più di prima, viene da ripensare ai risultati della legge datata marzo 2016, sull'omicidio stradale. Una norma che ha inasprito le pene (si può arrivare a 18 anni di carcere) ma che in realtà sembra rivelarsi controproducente.

«Sono troppi», spiegava il presidente dell'Aci, Angelo Sticchi Damiani- i conducenti che, contravvenendo al più ovvio dovere civile e morale, dopo aver provocato un incidente, vengono sopraffatti dalla paura delle conseguenze e optano per la fuga. Non è pensabile per chi si ferma a prestare soccorso, scattino automaticamente le manette».AAcq

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