«Hezbollah sta crollando. Stiamo passando da una situazione di sconfitta del nemico a una di annientamento», spiega orgoglioso il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant, prima che l'Idf cominci pesanti bombardamenti nel quartiere di Dahiyeh, sud di Beirut «con l'obiettivo di danneggiare il denaro che Hezbollah ha accumulato». A un mese da inizio offensiva nel sud del Libano, dopo l'uccisione di tre comandanti del gruppo sciita e l'attacco a oltre una cinquantina di villaggi di confine, le parole del ministro sono state accompagnate da una salva di razzi di Hezbollah ancora preoccupante. Oltre 170 ne sono stati lanciati solamente ieri verso il nord dello Stato ebraico, dove è finita nuovamente nel mirino Haifa. Eppure Gallant ha fatto visita alle truppe della 98a Divisione dell'esercito e riferito di un nemico sempre più sfiancato: «I prigionieri ci raccontano che sono terrorizzati perché sanno di non avere ciò che serve per affrontare quel che sta accadendo. Non in termini di forza, abilità di combattimento, precisione o determinazione». Gli attacchi israeliani non solo starebbero «sopraffacendo i terroristi» - come sostiene Israele - ma hanno provocato la morte di altri tre soldati libanesi, portando a 8 il totale, circostanza che non aiuta a una distensione per il al cessate il fuoco. Come non aiuta l'ennesima denuncia di Unifil, la missione Onu, secondo cui ieri mattina un bulldozer delle Idf ha «deliberatamente» demolito una torre di osservazione e la recinzione perimetrale di una sua postazione a Marwahin.
Eppure Israele crede ancora in un accordo. Il direttore dello Shin Bet ha incontrato al Cairo il nuovo capo dell'intelligence egiziana, convinto che ci sia una possibilità di riprendere i negoziati sugli ostaggi dopo l'uccisione di Yahya Sinwar a Gaza. Secondo un funzionario israeliano, lo Stato ebraico intende utilizzare il corpo del leader di Hamas come «un'altra merce di scambio» nelle trattative. «Utilizzeremo una serie di leve per fare pressione su Hamas», ha spiegato. Per rilanciare le trattative oggi sarà in Israele e Palestina il ministro degli Esteri Antonio Tajani.
L'asse Hezbollah-Iran, intanto, si fa sempre più stretto, nonostante l'attesa dell'attacco israeliano in risposta al lancio di missili dell'Iran del primo ottobre. Il numero due di Hezbollah, Naim Qassem, considerato il probabile successore alla guida del gruppo sciita, fuggito due settimane fa a bordo di un volo iraniano dopo l'uccisione del leader Nasrallah a Beirut, avrebbe traslocato a Teheran. La notizia trapela mentre l'Iran ribadisce di essere pronto a rispondere a un attacco israeliano e di avere già identificato tutti gli eventuali obiettivi. Quanto alle richieste americane di evitare un attacco a siti petroliferi e nucleari, il premier Netanyahu ha ribadito in una telefonata a Donald Trump che «Israele tiene conto delle questioni sollevate dall'amministrazione statunitense, ma alla fine prenderà le sue decisioni in base ai suoi interessi nazionali».
Desta grande allarme ed è già oggetto di indagine la pubblicazione non autorizzata di documenti segreti sui piani di Israele per attaccare la Repubblica islamica. Il materiale della US Geospatial Intelligence Agency e alla National Security Agency spiega che Israele sta spostando risorse militari per un attacco.
Avrebbe dovuto essere consultato solo da personale autorizzato nei 5 Paesi dell'alleanza Five Eyes (Usa, Gran Bretagna, Canada, Nuova Zelanda e Australia) ed è invece finito su Telegram. Una fuga di notizie definita «molto preoccupante» dagli Usa.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.