La guerra continua e potrebbe presto passare a una fase ancora più sanguinosa, con un intervento di terra. Anche ieri i militanti palestinesi hanno lanciato altri razzi nel cuore commerciale di Israele, Tel Aviv, mentre lo Stato ebraico ha proseguito nella sua campagna di bombardamenti punitivi a Gaza e ammassato carri armati e truppe al confine dell'enclave. Dopo quattro giorni di violenza i gruppi estremisti non hanno mostrato segni di cedimento e il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha detto che la campagna «richiederà più tempo». Per ora dal cielo. Cacciabombardieri hanno colpito un edificio residenziale di sei piani che ospitava dirigenti di Hamas. Netanyahu ha precisato che Israele ha colpito in totale quasi un migliaio di obiettivi a Gaza. Ma la risposta palestinese è arrivata con un razzo che si è schiantato contro un edificio vicino a Tel Aviv, ferendo cinque israeliani e con un razzo record caduto vicino a Eilat, estremo sud dello Stato ebraico, dopo aver viaggiato per circa 250 km in territorio israeliano. È il missile con il raggio più lungo mai sparato finora dal gruppo al potere nella Striscia di Gaza, che ha lanciato in tutto 1600 razzi finora.
Gli attacchi aerei israeliani in corso hanno finora ucciso oltre 100 palestinesi a Gaza, di cui 22 bambini, 4 dei quali membri di un'intera famiglia composta da sei persone, inclusa la mamma incinta, sterminata a Sheikh Zayed, nella parte settentrionale della striscia, inclusa la mamma incinta. Dal Nord sono partiti anche razzi che hanno fatto sette vittime tra cui un sergente al confine, e un bambino di sei anni a Sderot. Nel pomeriggio è stato centrato pure l'appartamento di Samar Abu-Daka, capo del reparto droni delle Brigate Qassam, dopo che ne erano stati lanciati alcuni verso le città del sud. «Le organizzazioni terroristiche - ha accusato l'esercito israeliano - collocano deliberatamente obiettivi militari nel centro di aree densamente popolate della Striscia». Gli ospedali palestinesi, già sotto forte pressione per la pandemia, sono al collasso.
Ma il conflitto non sembra raffreddarsi. Piani per un possibile ingresso via terra a Gaza saranno presentati al Comando generale dell'esercito per l'approvazione e quindi sottoposti all'esame della leadership politica. Ma ancora nessuna decisione di procedere con un possibile ingresso a Gaza è stata presa. L'esercito israeliano ha annunciato il richiamo di altri settemila riservisti. Poco dopo il ministro della difesa Benny Gantz ha annunciato il richiamo di un altro contingente di 9mila soldati, per un totale di 16mila, oltre ai circa 5mila dei giorni scorsi. La forte preoccupazione che la violenza scoppiata lunedì possa sfuggire di controllo ha fatto decidere gli Stati Uniti di mandare un inviato, Hady Amr, nella regione. Ma per l'intera settimana saranno chiuse le scuole del centro e del sud di Israele. Così come sono state limitate le aperture dei negozi che non hanno accesso diretto ai rifugi e gli assembramenti. Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha affermato di sperare che i combattimenti «finiranno» prima possibile.
Ma la tensione continua a salire. Israele ha reindirizzato alcuni voli che dovevano atterrare a Ben Gurion all'aeroporto di Ramon, vicino alla località di Eilat sul Mar Rosso, a causa della situazione della sicurezza. Ma anche Ramon è stato colpito da un razzo. E all'inizio della giornata di ieri, British Airways, Virgin Atlantic, Lufthansa e Iberia hanno cancellato tutti i voli per Tel Aviv.
Proseguono anche le violenze nelle città fra ebrei e arabi. Le ostilità hanno aperto un nuovo fronte tra gli ebrei israeliani e la minoranza araba del 21% che vive al loro fianco in alcune comunità. Gruppi di ebrei e arabi hanno attaccato persone e danneggiato negozi, hotel e automobili. A Bat Yam, a sud di Tel Aviv, dozzine di ebrei hanno picchiato e preso a calci un uomo che si credeva fosse arabo.
Una persona è stata gravemente ferita dagli arabi nella città di Lod, dove è stato imposto il coprifuoco. E oltre 150 arresti sono stati effettuati a Lod e nelle città arabe nel nord. Infine è arrivato l'intervento del presidente israeliano Reuven Rivlin: «Poniamo fine a questa follia».
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