Istanbul difende il suo sindaco: 300mila in piazza e violenti scontri

L'opposizione: "Erdogan, sei un dittatore". Il Sultano: "Siete terroristi". E blocca l'accesso ai social

Istanbul difende il suo sindaco: 300mila in piazza e violenti scontri
00:00 00:00

Ancora una volta la Turchia è in fiamme. Ancora una volta contro le politiche autoritarie del suo leader Recep Erdogan. Dopo il fallito, per alcuni presunto, colpo di Stato del 2016 che ha portato Erdogan a un giro di vita simile a vere e proprie purghe contro gli oppositori, ad accendere gli animi della piazza è stato l'arresto, tre giorni fa, del sindaco di Istanbul Ekrem Imamoglu, l'unico candidato forte dell'opposizione contro il Sultano. In quella che è stata ribattezzata come la «notte della democrazia» è esploso il caos a Istanbul come a Smirne con centinaia di migliaia di persone in piazza, scontri con la polizia che ha usato spray urticanti e proiettili di gomma e centinaia di arresti.

Quasi 300mila secondo le stime i manifestanti a Istanbul, tantissimi anche a Smirne e ad Ankara, contenuti dagli idranti delle forze dell'ordine.

«Se provocate con gas lacrimogeni e veicoli di sicurezza, sarete responsabili di tutto ciò che accadrà qui, signor prefetto! Siamo qui con 300 mila persone - ha attaccato Ozgur Ozel il presidente del partito di opposizione di cui fa parte Imamoglu - Protestare è un diritto costituzionale. I democratici sono coraggiosi e rispettano la protesta. Ma i dittatori hanno paura delle piazze. Erdogan, se hai paura di questa piazza, allora sei un dittatore», ha tuonato. E per la prima volta dall'inizio delle proteste anche Erdogan stesso è intervenuto, parlando di «terrorismo di strada a cui il Paese non cederà». Ma la protesta, nonostante il duro tentativo di repressione, non si ferma. Migliaia di persone si sono radunate sotto il comune di Istanbul sfidando i divieti con tafferugli tra la polizia e i manifestanti che volevano dirigersi verso la centrale piazza Taksim, resa off limits tra transenne e presidi delle forze dell'ordine. La repressione governativa ha portato anche allo scioglimento dell'Ordine degli avvocati di Istanbul, accusato di «aver fatto propaganda per un'organizzazione terroristica» e «diffuso informazioni false». Almeno 54 persone state arrestate soltanto per avere condiviso su internet messaggi riguardo all'arresto del sindaco e le principali piattaforme social, da X a Facebook fino a Instagram e Whatsapp sono state bloccate.

Nel frattempo Imamoglu ha respinto tutte le accuse che gli sono state mosse.

«Corruzione», secondo le autorità turche, «arresto politico» per il suo partito, che teme possano essere annullate le primarie in programma domenica per scegliere il candidato alle prossime elezioni presidenziali dove il sindaco di Istanbul è l'unico candidato. Una partita, quella della sfida a Erdogan, che per l'ennesima volta potrebbe chiudersi ancor prima di cominciare.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica