Ha una profonda radice culturale italiana la città di Odessa, affacciata sul Mar Nero. E non poteva che essere il nostro Paese a prendersi carico della ricostruzione dei monumenti distrutti dirante la guerra. Ieri una delegazione italiana si è recata nella città portuale per presentare il progetto che vede come capofila la Triennale di Milano e il Maxxi di Roma.
Il primo intervento riguarderà la Cattedrale della Trasfigurazione (nella foto), uno dei simboli della città fondata nel 1794 dall'ammiraglio Giuseppe De Ribas. Tra i progetti, la Ukraine Recovery Conference che l'Italia ospiterà nel 2025 e prima, il prossimo 31 ottobre, un evento organizzato da Maxxi e Triennale in collaborazionon Palazzo Chigi, Farnesina e ministero della Cultura per lanciare il progetto Laboratorio, che mira a raccogliere istituzioni culturali italiane e internazionali sul tema della rigenerazione delle città e del patrimonio culturale dell'Ucraina, dando vita a un hub europeo per la ricostruzione.
«Odessa ha una forte impronta culturale italiana e rappresenta un'opportunità nella ricostruzione per le nostre imprese in un Paese candidato all'Ue e che farà parte del mercato comune. Abbiamo il dovere di essere presenti», ha detto il ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani, che parla di «presenza industriale» ma anche di «segnale anche di tipo culturale».
La delegazione era composta dall'inviato speciale del ministro Tajani per la ricostruzione Davide La Cecilia, dall'ambasciatore d'Italia a Kiev Pier Francesco Zazo, dal presidente di Triennale Milano Stefano Boeri, dal presidente del Maxxi Alessandro Giuli e dalla direttrice dell'Unesco per l'Ucraina, Chiara Dezzi Bardeschi.
«Abbiamo maturato l'idea che il nostro Paese possa assumere un vero e proprio patronato sulla ricostruzione di Odessa, proposta già accolta positivamente dalle autorità di Kiev - ha detto La Cecilia - e l'Italia può giocare veramente un ruolo straordinario nella ricostruzione dell'Ucraina con la presidenza italiana del G7».
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