L'Italia, secondo il Financial Times, viaggia «col vento in poppa» grazie a un ampio programma di vaccinazione, alla robusta ripresa degli investimenti e all'espansione delle esportazioni. Una nota positiva, quella del quotidiano finanziario britannico mai troppo tenero verso il nostro Paese, solo parzialmente offuscata dalla frenata della produzione industriale nel mese di agosto, certificata dall'Istat dopo due mesi consecutivi di crescita. La dinamica del trimestre mobile giugno-agosto, comunque, «rimane significativamente positiva», spiega l'istituto.
Ma andiamo con ordine. L'analisi del Financial Times sul nostro Paese evidenzia che le stime del Pil indicano un +6% per quest'anno, in linea con l'Ocse e le previsioni private internazionali, e molto più alte del 4,5% previsto ad aprile.
Sempre l'Istat nella nota odierna sull'andamento dell'economia italiana evidenzia che la revisione dei conti nazionali annuali conferma che, in base ai dati dei primi due trimestri, l'incremento acquisito del Pil italiano per il 2021 è pari al 4,7%. «Si tratta di un cambiamento marcato per un Paese che ha sofferto anni di stagnazione economica, trascinando gli standard di vita al di sotto della media Ue», si legge sul quotidiano. Gli economisti auspicano che questa dinamica possa essere un trampolino di lancio «per cambiamenti più duraturi, grazie ad un ambizioso programma di riforme finanziate dall'Ue». In buona sostanza, un monito al premier Mario Draghi e al ministro dell'Economia, Daniele Franco (in foto), a proseguire sul sentiero intrapreso con l'avvio del Pnrr.
Per quanto riguarda l'industria, l'Istat ha stimato che ad agosto l'indice destagionalizzato della produzione sia diminuito dello 0,2% su base mensile, mentre nella media del trimestre giugno-agosto il livello della produzione è cresciuto dell'1,1% rispetto ai tre mesi precedenti. Al netto degli effetti di calendario la produzione è invariata rispetto all'anno precedente (i giorni lavorativi di calendario sono stati 22 contro i 21 di agosto 2020). Crescono in misura accentuata i beni intermedi (+4,9%) e i beni strumentali (+4,4%); diminuiscono, invece, i beni di consumo (-5,4%) e, in misura più marcata, l'energia (-6,6%). I settori di attività economica che registrano gli incrementi tendenziali maggiori sono la metallurgia e la fabbricazione di prodotti in metallo (+16,6%), la fabbricazione di macchinari (+10,3%) e la fabbricazione di apparecchiature elettriche (+6,3%).
La crisi dei chip, che sta travolgendo il settore dell'auto in tutto il mondo, ha determinato un crollo della produzione di autoveicoli che ad agosto è calata del 37,4% tendenziale. La flessione è molto più accentuata rispetto a quella di luglio (-7,4%). Male anche la produzione farmaceutica (-20,9%) e le attività estrattive (-17,7%).
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