Gli italiani si indebitano pur di andare in vacanza

33 milioni nel 2017

Gli italiani si indebitano pur di andare in vacanza

Cinquemila euro di prestito per andarsene in ferie contenti. E magari tenersi il resto per le incombenze di settembre. Come cambia veloce l'Italia, e come cambiano le priorità nell'era di Facebook e anessi. Dopo la casa e la macchina, c'è ora urgenza della vacanza, magari a ridosso di ferragosto che è più utile. Sembra di essere tornati agli anni Sessanta, quelli che se ti facevi trovare in città d'estate eri schedato. Ebbene sì, gli italiani, popolo di viaggiatori instancabili (in media 60 milioni di viaggi all'anno!) sono disposti a indebitarsi per qualche anno pur di andarsene al mare. Dal 1 gennaio al 31 maggio 2017, sono stati erogati ben 33 milioni di euro per sostenere i costi di viaggi a breve, medio o lungo raggio. Su oltre 60.000 domande di finanziamento, il 38 per cento sono state presentate a maggio, evidenziando una tendenza a rivolgersi ai prestiti maggiore con l'approssimarsi del periodo estivo.

E' l'inquietante fotografia scattata da un'inchiesta di Facile.it e Prestiti.it secondo cui i finanziamenti per le ferie sono mediamente di circa 5000 euro. Tale somma (corrispondente a una rata mensile di 113 euro) è cresciuta del 7,7 per cento rispetto all'anno scorso, mentre la durata media dei piani di restituzione si aggira intorno ai quattro anni.

«Piuttosto che rinunciare alla vacanza tanto desiderata» dichiara Mario Parteli, responsabile dell'area «Business Unit Prestiti» di Facile.it «gli italiani fanno in modo che questa pesi il meno possibile sulle finanze familiari, dilazionandone il pagamento in periodi anche piuttosto lunghi. La durata media dei piani di restituzione dei prestiti, ad esempio, è di circa quattro anni».

Lo studio ha anche analizzato il profilo di chi chiede un finanziamento legato alle ferie: in media il richiedente ha 42 anni, nel 72 per cento dei casi è uomo e, nel 76 per cento, ha un lavoro a tempo indeterminato presso un'azienda privata. Colpisce notare, infine, che addirittura l'11 per cento delle domande è firmata da un pensionato.

Che aggiungere, se non che la solita vacanza al mare (chi va in montagna ha sale in zucca e dunque...) è tornata ad essere considerata uno status irrinunciabile. Colpa di quei troppi social network dove viene postato e commentato ogni maledetto spostamento. Figuriamoci la vacanza. Si salvi chi può.

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