La pattuglia di estremisti islamici intercettati dai tunisini che si stava imbarcando su un gommone diretto in Italia non puntava ad organizzare attentati ma voleva, come gli altri migranti, raggiungere un inesistente Eldorado europeo. Però l’allarme sulle collusioni fra trafficanti di uomini e terrorismo rimane alto.
Il 2 agosto il ministero dell’Interno tunisino ha rivelato che è stata scoperta una rete criminale, che forniva documenti e organizzava i passaggi via mare non solo per i migranti, ma pure per i terroristi. Nell’operazione sono stati arrestati anche due jihadisti in contatto con Seif Allah H., il tunisino finito in manette a metà giugno a Colonia che stava preparando un devastante attentato biologico in Germania.
In manette erano finiti quattro iracheni ed un mediatore locale che offrivano passaggi sicuri dalla Tunisia verso l’Italia e fornivano passaporti falsi. Il traffico non riguardava solo migranti africani, ma pure persone proveniente dall’Iraq e dalla Turchia. Si sospetta che potevano esserci anche jihadisti in fuga dopo il crollo dello Stato islamico. Della rete facevano parte due ricercati per terrorismo, che sono stati arrestati. Secondo gli investigatori erano "strettamente legati a un terrorista tunisino residente in Germania”. Il portavoce del ministero dell’Interno di Tunisi, Sofiene Zaag, ha fatto capire che si tratta di Seif Allah H., il 29enne tunisino arrestato il 14 giugno a Colonia mentre stava preparando un attentato con la ricina, sostanza biologica seimila volte più potente del cianuro. Uno dei due jihadisti scoperti in Tunisia all’inizio di agosto aveva “già organizzato la fuga del terrorista dalla Germania dopo l’attacco grazie a documenti falsi”.
Ieri le autorità tunisini hanno confermato di aver intercettato 9 estremisti islamici che stavano per imbarcarsi verso l’Italia, ma smentito che fossero terroristi in procinto di colpire. "Volevano fuggire dalla Tunisia in cerca di una vita migliore, come gli altri migranti” ha spiegato Houssem Jebabli, portavoce della Guardia nazionale.
L’Interpol, però, è seriamente preoccupata dei “microsbarchi” non provenienti dalla Libia, che in gergo vengono chiamati n.m.i (non meglio identificati). Dall’inizio dell’anno al 14 agosto sono arrivati con questo sistema in Italia 3958 persone dalla Tunisia. Molti sono tunisini che non hanno diritto d’asilo nel nostro paese. E fra loro potrebbero essersi nascosti dei terroristi grazie alle collusione con i trafficanti di uomini. Fin dal crollo della roccaforte dello Stato islamico a Sirte nel 2016 erano stati scoperti indizi e liste di jihadisti mescolati ai migranti. “Abbiamo trovato una lista di terroristi dello Stato islamico. Accanto ai nomi di sette tunisini è riportato che sono proseguiti per l’Italia sui barconi” spiegava l’ufficiale anti Isis, Susyan Abdulla, che ha consegnato il documento all’intelligence libica.
Frontex, l’agenzia per le frontiere dell’Unione europea ha rivelato in gennaio che nel corso del tempo sarebbero arrivati in Italia sui barconi, con false identità, una cinquantina di terroristi.
Il Viminale ha smentito la notizia, ma lo scorso anno nei centri di detenzione libici per i migranti arrivavano spesso i servizi marocchini e tunisini alla ricerca di jihadisti ricercati che stavano cercando di raggiungere l’Europa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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