"L'economia italiana continua a regredire". Al termine dell'incontro a Palazzo Chigi con il premier Giuseppe Conte, il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, non usa certo mezzi termini. Ma non nasconde nemmeno che spera ancora "in uno sforzo supplementare del governo italiano" per riportare il Paese a crescere. Ed è lo stesso premier a provare a rassicurarlo ricordandogli che questa settimana sarà approvato il decreto crescita che punterà a "ridare impulso allo sviluppo".
"Tra Italia e Commissione europea è grande amore". La rassicurazione di Juncker non toglie le preoccupazioni di Bruxelles che, all'indomani del rapporto economico sull'Italia stilato dall'Ocse, si sono fatte ancora più pressanti. I numeri parlano di un Paese in recessione con un Pil troppo basso per poter risollevare la testa e un tasso di disoccupazione sopra la media. Annunciando che le cifre della crescita "saranno inferiori nelle nostre previsioni", il vice presidente della Commissione, Valdis Dombrovskis, ha annunciato che il rallentamento si farà sentire "soprattutto in Italia". Una previsione drammatica che non preoccupa solo Juncker ma tutti i vertici dell'Unione europea.
"Con Conte ho avuto un colloquio cordiale come sempre e costruttivo come sempre", osserva il presidente della Commissione Ue. Che poi lancia la solita stilettata: "Bisognerebbe dirlo a tutti i ministri italiani...". Colpi bassi a parte, anche Conte sembra soddisfatto del faccia a faccia. Almeno in chiaro. "L'impalcatura fiscale - assicura - non cambia rispetto allo scenario concordato con la commissione europea lo scorso dicembre". Ma Juncker non manca di ricordargli che quando si sono messi d'accordo sul quadro generale del bilancio italiano, avevano pensato che la crescita sarebbe stata dell'ordine dell'1%. "Sappiamo che oggi quella cifra deve essere rivista al ribasso - sottolinea - dunque, visto il pesante debito pubblico italiano tutte le politiche che gravitino attorno alla nozione di rilancio del bilancio saranno limitate ma restiamo in contatto per vedere come procedere in materia".
A dividere Conte e Juncker, però, ci sono diversi dossier. Uno su tutti quello che riguarda i lavori per terminare l'alta velocità. Il premier spiega che ci sarà "un supplemento di riflessione". Si terrà, infatti, un confronto tra il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli e l'omologo francese Elisabeth Borne. "Non è un progetto ideologico, è un progetto tecnico", fa però presente il presidente della Commissione europea invitando i governi italiano e francese a condividere, al più presto, con la commissaria europea ai Trasporti la soluzione da adottare. E non manca dalla discussione il tema dell'immigrazione clandestina.
Con il presidente della Commissione Ue che ammette la necessita di "una solidarietà più articolata tra l'Europa e l'Italia, che porta un grande fardello in materia migratoria". Ma che ci tiene a rimarcare quanto fatto da Bruxelles finora mettendo a disposizione "un miliardo di euro per gli sforzi italiani nel settore".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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