Che le posizioni tra Italia e Europa siano distanti sul tema migranti non è certo una novità. Ma se serviva una conferma, questa è arrivata durante l'incontro odierno tra Jean Claude Juncker e Giuseppe Conte. Seduti attorno a un tavolo, i due parlano di economia, recessione mondiale e misure per la crescita. Ma anche di immigrazione. Ed è qui che la Commissione Europea ci tiene a rimarcare il fossato che divide Roma da Bruxelles. La politica dei porti chiusi non entusiasma l'Ue, l'addio alla missione navale di Sophia ha lasciato il segno e le continue critiche italiane sulla gestione della politica migratoria continuano a tenere alta la fiamma delle polemiche.
Le visioni sono contrapposte. L'Italia è convinta di essere stata abbandonata per anni da Bruxelles, lasciata sola a gestire una crisi migratoria senza precedenti. I numeri parlano chiaro: centinaia di migliaia di migranti si sono riversati sulle coste italiane, dopo la chiusura della tratta balcania (grazie ai soldi Ue). Per non parlare dei ricollocamenti, ancora fermi al palo. O della riforma del Trattato di Dublino che non trova una soluzione.
Di fronte ai tanti fallimenti dell'Ue e agli sforzi messi in campo dal Belpaese in questi anni, la Commissione sostiene che "l'Ue non è stata assente". Lo dice proprio Juncker, senza giri di parole. "Non bisogna dire che l'Ue è stata assente quando si è trattato di dare solidarietà - assicura al termine dell'incontro con Conte - L'Italia ha ricevuto un miliardo". Già, peccato che i contribuenti ne abbiano spesi 4,3 miliardi solo nel 2017 e per il 2018 erano stati messi a bilancio tra 4,6 e 5 miliardi. "La questione migratoria è importante - insiste Juncker - e ribadisco che bisognerà attuare una solidarietà più articolata". A parole ricorda che "l'Italia porta un grande fardello", ma la solidarietà europea c'è stata davvero?
Conte non la pensa così. "Ho ribadito al presidente Juncker che è improcrastinabile una rapida attuazione delle conclusioni del consiglio europeo di giugno - dice in conferenza stampa - Non è ammissibile continuare a operare senza considerare che chi sbarca in Italia, in Spagna o in Grecia sbarca in Europa". Ed è proprio sulla "condivisione della responsabilità" che Bruxelles e Roma sono ancora distanti. se questa non cambia, "il coordinamento delle guardie costiere non serve" e "rischia di diventare un fattore di attrazione". Per Conte "serve un meccanismo di redistribuzione, i miliardi vanno spesi per una politica seria".
Intanto è dal fronte libico che arrivano le migliori notizie per il governo italiano. Il portavoce della Guardia costiera libica, Ayoub Qasem, rivendica infatti di aver "ridotto insieme alla marina libica del 90 per cento le partenze dei migranti nel Mediterraneo".
Qasem spiega che "la decisione di sospendere l'operazione Sophia indica la validità del lavoro da noi condotto anche se la marina libica e l'Unione europea non sempre hanno lo stesso punto di vista sul fenomeno dell'immigrazione illegale".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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