Kamikaze a scuola: la strage delle ragazze a Kabul

Tra le 32 vittime per lo più studentesse. Erano iscritte a un corso per accedere all'università

Kamikaze a scuola: la strage delle ragazze a Kabul

Ha sparato alla guardia dell'istituto, ha poi preso d'assalto l'aula e fatto detonare la sua cintura esplosiva tra gli studenti. È stata una strage: 32 persone sono morte e oltre 40 sono rimaste ferite. E Kabul si è ritrovata un'altra volta nel terrore. L'attacco è avvenuto all'interno del centro educativo «Kaj» nel quartiere di Dasht al-Barshi a ovest della capitale abitato da sciiti.

«Eravamo circa in 600 nell'aula, la maggior parte delle vittime sono ragazze», ha dichiarato uno studente dal letto d'ospedale dove viene curato. Una testimone, Taiba Mehtarkhil, che ha raggiunto il centro di formazione dopo la notizia dell'attacco alla ricerca di un'amica, sopravvissuta all'attentato, ha raccontato: «Ho visto genitori, parenti degli studenti, urlare e correre su e giù. Ho visto con i miei occhi una ventina di morti e molti feriti». Gli studenti, diplomati delle superiori, stavano seguendo un corso di preparazione per gli esami d'accesso all'università. Lo stesso centro educativo era stato già preso di mira nel 2018. I jihadisti odiano la minoranza sciita Hazara, spesso attaccata dai militanti dello Stato Islamico.

I filmati sulla tv locale, condivisi sui social media, hanno mostrato un ospedale della zona, dove file di corpi coperti erano sdraiati sul pavimento. Altri media invece hanno fatto vedere immagini di macerie e tavoli capovolti nelle aule danneggiate. «Non l'abbiamo più trovata qui», ha detto una donna che stava cercando sua sorella in uno degli ospedali. «Aveva 19 anni». Alcuni rapporti però affermano che il numero di morti è molto più alto di quanto riconosciuto dai talebani. Subito sono arrivate le reazioni alla strage. «Prendere di mira una stanza piena di studenti che sostengono gli esami è vergognoso. Tutti gli studenti dovrebbero poter seguire un'istruzione in pace e senza paura», ha affermato in un tweet Karen Decker, responsabile d'affari della missione statunitense in Afghanistan.

Il portavoce del ministero degli interni dei talebani, Abdul Nafy Takor, ha precisato invece che le squadre di sicurezza sono sul posto e che attaccare obiettivi civili «dimostra la crudeltà disumana del nemico e la mancanza di standard morali». L'anno scorso - prima che i talebani tornassero al potere - un attentato dinamitardo a una scuola femminile di Dasht al-Barshi ha ucciso almeno 85 persone, principalmente studenti.

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