A Kiev ritorna il buio. Gli aiuti da Usa e Nato: ipotesi missili Patriot

Da Washington 53 milioni per la rete elettrica. Al vaglio l'invio dei razzi anti-aerei

A Kiev ritorna il buio. Gli aiuti da Usa e Nato: ipotesi missili Patriot

Aiuti «sostanziali» sono in arrivo dagli Stati Uniti per l'Ucraina, 53 milioni di dollari «per sostenere l'acquisto di equipaggiamento cruciale per la rete elettrica di Kiev», spiega il segretario di Stato americano, Antony Blinken. Altri aiuti arriveranno dalla Nato, che sta valutando l'invio del sistema missilistico di difesa Patriot, e intanto sostiene l'Ucraina a «rafforzare la sua resistenza e a proteggere il suo popolo». L'annuncio di nuovi aiuti alleati arriva con un comunicato congiunto, al termine del primo giorno di riunione dei ministri degli Esteri dell'Alleanza Atlantica in corso a Bucarest, in Romania, che si chiude oggi. La promessa americana scatta dopo un incontro del G7, a margine della interministeriale Nato, mentre i missili russi colpiscono di nuovo l'ospedale di Kherson, le città di Dnipro e Nikopol, e Kiev ripiomba nel buio, mentre si fa di tutto per ripristinare l'elettricità per 2-3 ore, due volte al giorno. La Nato si è impegnata ad assistere Kiev «nella riparazione delle infrastrutture energetiche e nella protezione dagli attacchi missilistici». Significa aiutare l'Ucraina a ricostruire gli impianti di gas ed elettricità, ma anche recapitare a Kiev sistemi di difesa aerea e munizioni, oltre che aiuti non letali: carburante, materiale medico, attrezzature invernali e disturbatori di droni. «Il messaggio di oggi è chiaro: la Nato è qui, la Nato è vigile», ha spiegato il segretario generale Jens Stoltenger, che ha accusato Vladimir Putin di «usare l'inverno come arma». «Il sostegno fa una differenza immensa sul campo ogni giorno. Per questo sosterremo l'Ucraina fino alla fine».

Secondo un'alta fonte diplomatica Nato, la Russia avrà scelte «molto difficili» da compiere sui rifornimenti bellici «nelle prossime settimane e mesi», perché dovrà decidere se «iniziare ad attingere alle riserve strategiche, non pensate per questo conflitto». Mosca è a corto di armi e munizioni ma alcuni analisti sono preoccupati anche per la mancanza di rifornimenti della Nato, nonostante l'enorme arsenale. Ecco perché il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleb, ha spiegato a Politico che non sarà possibile vincere nel lungo termine se l'Alleanza non investirà nella produzione di più armi: «Serve iniziare oggi». A fianco di Stoltenberg, Kuleba ha ribadito ieri: «L'Ucraina ha bisogno di Patriot e trasformatori» e nel frattempo ha strappato all'Aiea la garanzia a rafforzare la presenza in tutte le centrali nucleari ucraine, per proteggere le infrastrutture energetiche.

La preoccupazione che la guerra, invece che spegnersi, si infiammi, resta alta, specie ora che l'invio dei missili Patriot è sul tavolo. Mosca ha ribadito che un maggiore coinvolgimento degli Usa nel conflitto «porta il pericolo di una escalation». Il numero due del Consiglio di Sicurezza russo Dimtry Medvedev ha bollato la Nato come «entità criminale», che «deve essere dissolta» e ha minacciato che, se inviati, i sistemi di difesa anti-aerea e il personale militare «diventeranno immediatamente obiettivo legittimo». Intanto la Marina ucraina ha avvertito: nel mar Nero e nel Mediterraneo sono presenti 12 navi russe, pronte al combattimento, con un totale di 84 missili. Solo deterrenza? Si spera, ma i timori restano.

Mosca nega che siano in corso negoziati di pace e spiega che Russia e Stati Uniti si stanno semplicemente scambiando «segnali». Quelli che arrivano dalla Nato sono chiari: «Non possiamo permettere che Putin vinca - dice Stoltenberg - Il mondo sarebbe un luogo più pericoloso per noi tutti».

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