Il Kursk quasi perso, vacilla pure il Donetsk. Zelensky è all'angolo

Nella regione separatista annientate due brigate: 200 morti. Il presidente vola in Arabia

Il Kursk quasi perso, vacilla pure il Donetsk. Zelensky è all'angolo
00:00 00:00

Mosca festeggia la vittoria nel Kursk, che giorno dopo giorno sta tornando nelle mani della Federazione, ma il prezzo di vite è altissimo. Sulla coscienza del tenente generale Alaudinov, il comandante delle operazioni di terra, ci sono almeno un migliaio di ragazzi morti nelle ultime 72 ore. L'esercito russo ha utilizzato un ramo del gasdotto in disuso Urengoy-Pomary-Uzhgorod per penetrare nelle retrovie nemiche e colpire di sorpresa, e alle spalle, i soldati di Kiev. Cento persone alla volta sono avanzate attraverso un tubo del gas sotterraneo, con un diametro di 1,4 metri, per 16 chilometri. L'operazione è stata mal preparata: l'esercito non aveva abbastanza acqua e provviste, e i problemi di ventilazione non sono stati risolti. Con il risultato che centinaia di combattenti sono morti sottoterra per avvelenamento da metano.

Se la guerra è di per sé delirante, questo è orrore allo stato puro. Il sacrificio disumano ha consentito alle truppe di Mosca di mettere in un angolo gli ucraini, schiacciati tra le località di Novenkoye, nella regione di Sumy, e Lebedevka nel Kursk. Non è da escludere a questo punto che il capo di Stato Maggiore di Kiev Syrskyj decida di abbandonare l'oblast dal momento che la situazione della logistica è critica e i suoi uomini sono allo stremo delle forze, ma il ministero della Difesa russo mostra in un filmato che la ritirata è in pieno corso dopo l'invasione dei villaggi di Malaya Loknya, Cherkasskoye Porechnoye e Kositsa, e il drappo rosso che sventola. Nonostante il sacrificio di centinaia di giovani, l'ex presidente russo Medvedev trova il tempo di gioire, dichiarando che nel Kursk «il coperchio del calderone fumante è quasi chiuso».

Per l'Ucraina la situazione è critica anche nel Donetsk, dove i russi avanzano e hanno catturato Kostiantynopil, annientando (si parla di almeno 200 morti) due brigate meccanizzate e un reggimento d'assalto. E come se non bastasse per la terza notte ben 12 regioni sono state colpite da 119 droni (73 sarebbero stati abbattuti) che hanno provocato danni, feriti e il black-out per 94mila famiglie. Da segnalare che per la seconda volta in poche ore Mosca non ha utilizzato soltanto velivoli senza pilota shahed iraniani, ma anche altri di produzione bielorussa e iraniana, a dimostrazione di quanto sia ampio il coinvolgimento pro Putin, che non comprende solo la Corea del Nord.

In tutto questo bailamme, Zelensky cerca di mantenere la calma, ma i suoi toni fanno capire quanta rabbia in corpo abbia dopo lo smarcamento militare della Casa Bianca, che avrebbe anche smesso di sostenere la manutenzione degli F-16 e dei carri armati Abrams. «Nell'ultima settimana l'esercito russo ha utilizzato 1.200 bombe aeree, quasi 870 droni e più di 80 missili - scrive su X - ogni drone e bomba includono componenti stranieri, forniti in violazione delle sanzioni». Zelensky invoca una «pace giusta», che però non può essere suggellata «senza ottenere garanzie di sicurezza affidabili».

Nel 1.109° giorno di scontri un civile è morto per il bombardamento ucraino di un mercato nel Kherson.

Le difese aeree di Mosca hanno neutralizzato 88 droni di Kiev che sorvolavano su 8 oblast della Federazione. Il gruppo partigiano Atesh ha sabotato la linea ferroviaria che collega la Crimea al fronte di Zaporizhzhia, interrompendo le linee di rifornimento russe.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica