"Lì dentro troppi ragazzi e tutti ubriachi". "La gola pizzicava, poi il panico e l'inferno"

E un padre rivela: "Ieri mia figlia non c'era, ma ogni volta ero angosciato"

"Lì dentro troppi ragazzi e tutti ubriachi". "La gola pizzicava, poi il panico e l'inferno"

In quell'angolo di campagna c'erano tanti, troppi ragazzi di un unico universo. Quello delle Adidas, dei jeans a vita bassa, delle caviglie scoperte e dei tatuaggi, frutto di estenuanti trattative. Una volta rientrati avrebbero dormito a oltranza per poi presentarsi per un caffellatte fuori tempo massimo. I sopravvissuti ora pensano a loro. Tra gli scampati alla calca mortale del «Lanterna» c'è Marco. É ancora sotto choc. Qualche drink prima del concerto e poi musica fino all'alba, questo il programma preventivato. E invece. «Ero seduto a uno dei tavoli prenotati, il concerto non era ancora iniziato. Ho sentito la gola che mi pizzicava e un odore strano. Poi la calca e tutti per terra. Ho visto corpi accartocciati uno sopra l'altro che gridavano aiuto. Tutti correvano fuori quando è successo il casino». Un altro ragazzo, Luca, quelle immagini le porterà addosso per sempre: «C'era troppa gente. Ero all'interno, ci stava una porta vicina al bar e volevo uscire, con me c'erano una quarantina di persone, ma il buttafuori non ci ha fatto uscire da lì, ci ha indirizzato all'altra porta, quella da dove poi si è arrivati alla balaustra dove è avvenuta la tragedia».

Tra il pubblico c'era qualche adulto. Racconta Paolo, il marito della 39enne Eleonora Girolimini, una delle vittime. Quello non era un concerto ma una discoteca strapiena di gente strafatta e di alcolici. Il live doveva iniziare alle 22 e invece non iniziava, perché?». «Abbiamo visto corpi stesi per terra - racconta una madre - coperti da teli e un uomo che continuava a ripetere mia figlia è morta». Drammatico il racconto di un sedicenne: «Stavamo ballando in attesa che cominciasse Sfera Ebbasta, quando abbiamo sentito un odore acre, siamo corsi verso un'uscita d'emergenza ma l'abbiamo trovata sbarrata». Arriva un'altra madre, ha perso la figlia: «Aveva solo 14 anni, vi rendete conto? Solo in Italia succedono queste cose». C'è anche chi deve smentire la notizia della propria morte. Dopo avere letto il proprio nome nella lista dei ragazzi deceduti Benedetta Vitali scrive su Instagram: «Sono viva, non sono andata al concerto, quella era un'altra!». Ma chi era al «Lanterna Azzurra» di Corinaldo forse già sapeva. Sul sito Vivere Senigallia, il giornalista Luca Pagliari racconta le angosce, le attese e i timori che ha sempre avuto quando la figlia Marta andava alle serate in quel locale. Venerdì non c'era. «Ho sentito tante volte in questi anni pronunciare da mia figlia la frase: Papi, vado alla Lanterna. Mai stato tranquillo, perché le poche volte che la sono andata a prendere mi ero trovato di fronte a un campo profughi. Vomito ovunque, gente stordita che camminava senza meta». I dettagli che Luca Pagliari rivela sono in linea con le ipotesi investigative.

«Tutte le volte la stessa domanda fatta a mia figlia: Ma come facevate a stare tutti lì dentro? e tutte le volte la stessa risposta: Hai ragione papi, ogni tanto devi uscire a respirare, lì dentro non ci si muove». Alla fine è successo.

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