L'abito in aula diventa etica del rispetto

Non può esserci libertà senza il rispetto degli altri.

L'abito in aula diventa etica del rispetto

Non può esserci libertà senza il rispetto degli altri. In questo «altri» ci sono non solo le persone, ma anche le nostre istituzioni. La libertà non viene cancellata se chi entra in una chiesa veste i un modo rispettoso di quel luogo di culto. Una chiesa non è un bar; una scuola non è una discoteca, e siccome l'abito è un linguaggio, è ovvio che esso si debba adeguare al luogo in cui si trova. Spiegare così è semplice; la complicazione dipende da un ingenuo e consolidato moralismo con cui si afferma che l'abito non fa il monaco. E invece lo fa, l'ha sempre fatto, ma si è sempre voluto sostenere (moralisticamente) che sotto l'abito c'è la verità della persona.

Non è così, perché la persona si esprime con un linguaggio, e un linguaggio che parla senza parole è proprio l'abito che s'indossa. E come si può insultare a parole qualcuno, così con un abito si può insultare qualcuno o, appunto, un'istituzione. Immancabili, anche per il caldo e le insopportabili mascherine, le polemiche estive sul modo di vestire dei ragazzi a scuola. Adesso è la volta di un istituto di Padova che vede scontrarsi docenti e studenti. Gli insegnanti che osano pretendere un minimo di decoro nel modo di presentarsi in classe degli alunni, cadono sotto i loro strali con cui rivendicano la libertà di vestirsi come credono. Ma i professori nient'altro fanno che chiedere un linguaggio rispettoso nei confronti dell'istituzione. I questo rispetto c'è la libertà di una comunità. Le tensioni si generano perché, ancora una volta, la scuola si trova a fare ciò che dovrebbe essere il compito della famiglia.

Il problema è dei genitori, e la scuola si trova a riprendere gli studenti per colpa dell'incapacità educativa dei loro genitori.

Se padre e madre spiegassero ai propri figli cosa sia il rispetto per gli altri e per le istituzioni in cui si vive, il ragazzo saprebbe quali siano i confini (non moralistici) della propria libertà. E i professori si preoccuperebbero di spiegare Leopardi, avendo i genitori già insegnato ai figli cosa significhi rispetto e libertà, anche nel modo di vestire.

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