Il più delle volte si può risalire la china dopo aver toccato il fondo, ma questa prospettiva non appartiene a Mariupol che sta tastando l'abisso. I russi non danno tregua alla città portuale, a costo di colpire le macerie proseguono nel loro intento persecutorio. E come se non bastasse aleggia lo spettro della sperimentazione di armi chimiche. È una notizia che va maneggiata con cautela, perché se corrispondesse al vero gli scenari del conflitto cambierebbero.
A far tremare i polsi è la voce della parlamentare Ivanna Klympush che ha denunciato al Guardian un attacco avvenuto ieri attraverso «un drone che conteneva sostanze tossiche. L'hanno fatto precipitare sulla città». Il vice ministro della Difesa Hanna Malyar sostiene invece che «Mosca sta utilizzando da giorni su Mariupol munizioni al fosforo». Secondo i medici interpellati tutte le vittime del drone hanno accusato gli stessi sintomi: arrossamento del viso, ipertensione, secchezza e bruciore di stomaco, alla gola e alle mucose degli occhi e mancanza di respiro. Sul presunto utilizzo di armi non convenzionali il Pentagono ha garantito che monitorerà da vicino la situazione. Il portavoce John Kirby si dice «preoccupato sul potenziale della Russia di utilizzare una varietà di agenti antisommossa». La Gran Bretagna va oltre, perché nel caso in cui ne venisse accertato l'utilizzo, la risposta occidentale al Cremlino cambierebbe radicalmente. Il ministro degli Esteri Liz Truss non ha dubbi: «Qualsiasi uso di tali armi sarebbe una grave escalation nel conflitto e noi risponderemo a Putin e al suo regime».
In attesa delle verifiche, la Caritas di Mariupol ha reso noto che la sede locale è stata distrutta da colpi di carro armato. In quel momento c'erano persone che avevano trovato rifugio nell'edificio. Sette di loro sono morte, tra cui due dello staff. I civili uccisi alla Caritas vanno ad aggiungersi agli oltre 21mila che hanno perso la vita dall'inizio dell'invasione. Il sindaco Boychenko nel frattempo è tornato ad accusare le forze russe di bloccare i convogli umanitari che cercano di entrare in città. Rimanendo nel Sud, i russi si stanno riposizionando nella parte meridionale del fiume Bug e al confine con la regione di Kherson. La notizia arriva dal comandante in capo Valeriy Zaluzhny, che ha segnalato anche parecchi casi di diserzione nelle unità nemiche. Nella zona di Nikolaev alcuni russi travestiti da civili hanno tentato un'azione di sabotaggio, ma sono stati annientati. Zaluzhny ritiene inoltre che la situazione vicino alla costa del Mar Nero sia tesa e non esclude la possibilità di attacchi missilistici della flotta nemica a Odessa. Nella 48esima giornata di combattimenti l'esercito di Mosca ha martellato il Donbass e più in generale l'Est dell'Ucraina. Di notte ha sparato razzi nella regione di Donetsk e costantemente bombardato quella di Lugansk con l'artiglieria. A Khmelnytsky le truppe hanno colpito arsenali ucraini con missili da crociera a lungo raggio. Nell'attacco sono stati distrutti un deposito di munizioni e un hangar rinforzato per aerei da guerra. In un altro blitz «tattico» è stato polverizzato un magazzino di razzi a Havrylivka, nelle vicinanze della capitale. A Kharkiv, dove sono state usate bombe a grappolo, è stato danneggiato un edificio di 16 piani, con un bilancio di 8 morti e 16 feriti. I combattimenti proseguono in direzione di Izyum, così come nei distretti di Balakliya, Dergachevsky, Dergachi, Pyatihatki e Chuguevsky.
Il presidente Volodymyr Zelensky a sera posta su Telegram la foto della cattura dell'oligarca ucraino di origini russe ed ex deputato, Viktor Medvedchuk.
Latitante e econsiderato la «quinta colonna» di Putin nel Paese: «Un'operazione speciale è stata portata a termine grazie alla Sbu. Ben fatto! Seguiranno dettagli. Gloria all'Ucraina!». Il Cremlino attende conferme ufficiali.
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