Ladro investito per vendetta, l'imprenditrice ai domiciliari

Scarcerata la 65enne che ha travolto l'uomo che l'aveva scippata. Al gip: "Volevo soltanto fermarlo, non ucciderlo"

Ladro investito per vendetta, l'imprenditrice ai domiciliari
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Lo ha travolto con il suo Suv schiacciandolo contro una vetrina, poi ha ingranato la retromarcia per investirlo ancora due volte mentre era a terra inerme. Ma non voleva ucciderlo, dice. Voleva soltanto bloccarlo per recuperare la refurtiva, la sua borsetta, che gli era stata rubata poco prima. Credibile o no, la versione fornita da Cinzia Dal Pino, la 65enne di Viareggio arrestata per l'omicidio volontario di Said Malkoun, il senza fissa dimora che l'aveva scippata domenica sera in strada, ha convinto il gip a scarcerarla e a concederle gli arresti domiciliari, ritenendo che non siano esigenze cautelari - né pericolo di fuga, né di reiterazione del reato, né di inquinamento delle prove - come osservato in udienza dall'avvocato Enrico Marzaduri.

L'imprenditrice, titolare del Bagno Milano di Viareggio, aspetterà a casa il processo nel quale dovrà rendere conto del suo folle comportamento, cristallizzato in un video di un minuto e venti ripreso da una telecamera di sorveglianza. Osservando quelle immagini gli investigatori hanno subito escluso la pista dell'incidente e hanno rintracciato e arrestato la donna. Ieri durante l'udienza di convalida del fermo, l'indagata ha rilasciato al giudice del Tribunale di Lucca una dichiarazione spontanea in cui ha spiegato che voleva solo fermare l'uomo che le aveva rubato la borsa in cui custodiva documenti importanti. Per questo avrebbe cercato di bloccarlo colpendolo alle gambe. Il video mostra chiaramente la donna che punta Malkoun che cammina sul marciapiede e lo investe in pieno, schiacciandolo contro una vetrina che va in frantumi. Poi fa retromarcia e lo travolge più e più volte, ferma la macchina, scende e - come se nulla fosse - recupera la borsa e se ne va senza preoccuparsi di prestare soccorso al poveretto che di lì a poco morirà in ospedale. La donna non chiama neppure le forze dell'ordine, si dilegua e basta. Il 118 viene chiamato da alcuni passanti che notano l'uomo in terra. Rintracciata grazie alle telecamere di sorveglianza di un negozio di nautica della Darsena, ieri in Tribunale la 65enne ha detto di non aver chiamato la polizia perché il suo cellulare era nella borsa che le era stata rubata poco prima. Ancora da chiarire la questione del coltello con il quale l'imprenditrice sostiene di essere stata minaccia di morte durante la rapina, perché l'arma non è stata trovata addosso alla vittima.

Said Malkoun potrebbe non essere algerino, come si era detto in un primo momento, ma marocchino. Sulla sua identità si sta ancora indagando. Di certo era una vecchia conoscenza delle forze dell'ordine. Arrivato in Italia nel 2004 aveva collezionato una sfilza di precedenti per furti e scippi. Espulso una decina di volte e mai effettivamente rimpatriato, era finito in due occasioni in un Cpr, l'ultima volta a Roma un anno fa. Nel suo girovagare per l'Italia viveva di espedienti. Domenica sera la sua strada incrocia quella di Cinzia Dal Pino, appena uscita da un ristorante dove aveva cenato con le amiche.

Punta la sua borsetta e la ruba come aveva già fatto tanto altre volte, senza pensare che la sua preda si sarebbe fatta giustizia da sola, uccidendolo. Per i magistrati la donna ha agito per vendicarsi del furto. Per la difesa voleva solo fermarlo, colpendolo alle gambe. Non voleva ucciderlo. Di certo, dice l'avvocato, è «profondamente scossa» per l'accaduto.

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