Draghi affonda sui no vax ma svicola su Colle e governo

Il premier in conferenza stampa accusa i non vaccinati: "Sono la causa della gran parte dei problemi. Gli over 50 rischiano di più". Ma non risponde sulla corsa al Quirinale

Draghi affonda sui no vax ma svicola su Colle e governo

Dopo giorni di riflessione Mario Draghi ha deciso di rompere il silenzio ed è intervenuto in conferenza stampa per illustrare le novità del nuovo decreto che, tra le altre cose, introduce l'obbligo di vaccinazione per gli over 50. Ma da subito ha messo le cose in chiaro: non intende rispondere ad alcuna domanda sui futuri sviluppi della corsa al Quirinale.

"Lo abbiamo fatto sulla base dei dati, che ci dicono che chi ha più di 50 anni corre maggiori rischi. Le terapie intensive sono occupate per due terzi da non vaccinati", ha dichiarato il premier in apertura del suo discorso in riferimento all'obbligo per gli over 50. E in tal senso ha lanciato un duro monito verso coloro che hanno preferito non vaccinarsi: "Gran parte dei problemi che abbiamo oggi dipende dal fatto che ci sono non vaccinati, che hanno una probabilità maggiore di essere soggetti a una forma grave della malattia", ha dichiarato il premier.

Gli ha fatto eco Roberto Speranza, ministro della Salute, che ha riferito come l'89,41% della popolazione over 12 sia vaccinato e dunque solamente il 10% circa non si è sottoposto alla vaccinazione anti-Covid. "Eppure occupano due terzi dei posti in terapia intensiva. Per questo dobbiamo insistere sulle vaccinazioni", ha sottolineato Speranza.

La scuola

Negli ultimi giorni il rientro a scuola è stato oggetto di forti divisioni nel mondo della politica. Da una parte alcuni sindaci, presidi e governatori di Regione chiedevano di far slittare la riapertura, ma il governo ha sempre rifiutato questa possibilità. Draghi lo ha rivendicato: "La scuola è fondamentale per la nostra democrazia. Va tutelata e protetta, non abbandonata. Il governo ha la priorità che la scuola sia aperta in presenza".

Al centro dell'intervento del premier anche gli effetti sociali che potrebbero scaturire da un ritorno alla didattica a distanza: "Basta vedere quali sono state le diseguaglianze tra gli studenti. La dad procura diseguaglianze destinate a restare e che si riflettono sul futuro della vita degli studenti". Anche perché, ha sottolineato il premier, ci sarebbe un paradosso nella logica delle restrizioni: "Si chiede ai ragazzi di non andare a scuola e rimanere a casa e poi la sera vanno in pizzeria o fanno sport tutto il pomeriggio? Non ha senso chiudere la scuola senza aver chiuso tutto il resto".

Una linea difesa anche da Patrizio Bianchi, ministro dell'Istruzione: "Non ci stiamo affidando al caso, le scelte prese stanno pagando. Stiamo agendo in maniera responsabile regolando anche la dad che è uno strumento utile e deve essere integrato nei piani educativi della scuola".

La corsa al Quirinale

Il presidente del Consiglio ha voluto immediatamente chiarire che la conferenza stampa sarebbe stata incentrata unicamente sul tema del Covid-19, senza spazio per le tematiche politiche legate all'elezione del presidente della Repubblica. "Non risponderò ad alcuna domanda sul Quirinale", ha fatto sapere. Proprio nelle ultime ore sono circolate voci su un possibile suo passo indietro nella corsa al Colle.

Non possono passare però inosservate le fibrillazioni tra i partiti di maggioranza, che hanno mostrato una forte spaccatura nell'ultimo Cdm. Draghi ha fatto notare che al momento le diversità di opinioni e le divergenze "non sono mai state di ostacolo all'azione di governo". "L'importante è che nella maggioranza si nota che c'è voglia di lavorare insieme e di arrivare a decisioni condivise. Finché c'è quella il governo va avanti bene, quello è l'essenziale", ha aggiunto.

Nuovo scostamento?

La legge di bilancio già prevede una serie di stanziamenti per i settori in difficoltà, ma si sta facendo una riflessione per rispondere in maniera maggiore ai bisogni di sostegno: "Non escludo si possano cercare altre risorse, ma non abbiamo riflettuto se sia necessario uno scostamento di bilancio".

Il caro bollette

Quanto al caro bollette, il premier ha ricordato che la manovra ha già stanziato circa 3,5 miliardi di euro e ha confermato che sono previsti ulteriori provvedimenti nel trimestre successivo e nei mesi a seguire. Ma ha messo le mani avanti: "La via del sostegno è importante ma non può essere l'unica". Infatti ha rimarcato la necessità di "chiedere a chi ha fatto grandissimi profitti di condividerli con il resto della società".

Sull'aumento dei prezzi dell'energia ha auspicato di gestire la questione in maniera più efficace a livello europeo, ricordando che sul tavolo vi sono già proposte sul prezzo del gas e la discussione è molto attiva nel Consiglio europeo: "Su stoccaggi comuni, acquisti comuni ci sono diversità di opinioni ma non si può escludere che si possa decidere per gruppi di Paesi".

Le scuse di Draghi

Draghi infine ha voluto porgere le proprie scuse per la decisione di non tenere una conferenza stampa al termine dell'ultimo Consiglio dei ministri. In quell'occasione solamente i ministri Renato Brunetta, Roberto Speranza e Patrizio Bianchi avevano risposto ad alcune domande dei giornalisti fuori da Palazzo Chigi.

"Ci sono molti motivi di carattere più circostanziale, ma c'è stato da parte mia una sottovalutazione delle attese che tutti avevano per quella conferenza stampa, per cui mi scuso e vi chiedo di considerare questo un atto riparatorio. Spero che sia adeguato", ha spiegato il premier.

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