Berlusconi torna a Roma e si ributta nella mischia. Vuole preparare la rivincita ma non ha fretta. Un passo alla volta. Il primo è quello della legge elettorale. Proprio per questo oggi il Cavaliere riunirà la commissione azzurra formata da Renato Brunetta, Paolo Romani, Niccolò Ghedini, Lucio Malan, Roberto Occhiuto, Andrea Orsini e Gregorio Fontana. L'obiettivo del pool è quello di approfondire la questione e cominciare una trattativa con tutti gli altri partiti, seguendo gli input del leader. Il quale ha le idee ben chiare sul tema. Il faro è la «linea Mattarella»: garantire cioè, la piena corrispondenza fra maggioranza degli elettori e maggioranza degli eletti, in modo da assicurare la massima rappresentatività al nuovo Parlamento. Ergo si fa il tifo per il proporzionale perché con un sistema maggioritario, nell'attuale schema tripolare, rischia di dettare legge una minoranza, aumentando il distacco tra classe politica e Paese reale. Berlusconi accetterebbe un premio di maggioranza alla coalizione che raggiungesse il 40% dei consensi. Altro nodo sono le preferenze. Reclamate da Fratelli d'Italia, il Cavaliere è più propenso a liste corte ma bloccate.
In ogni caso Berlusconi non ha fretta, provocando così le solite ire degli alleati storici Salvini e Meloni. Ma il tempo gioca a favore del leader di Forza Italia. L'impazienza di Lega e Fratelli d'Italia di tornare alle urne subito cozza con alcuni dati di fatto: la nuova legge elettorale non vedrà la luce tanto presto; sarebbe impensabile - come dice Paolo Romani - «presiedere il G7 di Taormina con un governo con gli scatoloni già fatti». Poco probabile anche il voto a ottobre: primo perché significherebbe fare una campagna elettorale in piena estate; secondo perché in autunno il governo dovrebbe lavorare sulla legge di bilancio che già si preannuncia molto complicata.
Ecco che proprio il timing per il ritorno alle urne divide Forza Italia dagli alleati ma nel partito è tutto un gettare acqua sul fuoco sui rapporti così tesi tra Berlusconi e Salvini. «Con la Lega penso che si possa e si debba andare d'accordo. D'altronde in Lombardia Maroni governa bene con noi e pure con l'alfaniano Lupi», giura sempre Romani. Il quale, a proposito di Ncd, poi rivela: «È difficile che Alfano torni ma gran parte del suo partito potrebbe riunirsi a noi con una proposta comune». È il disegno di Berlusconi: correre divisi per colpire uniti. Naturalmente nell'attesa che la Corte di Strasburgo si pronunci per la sua candidabilità. E allora sarà riscossa certa visto che anche i numeri sono dalla parte del Cavaliere.
Gli ultimi dati Istat relativi ai consumi degli italiani in rapporto alla pressione fiscale parlano chiaro e vengono pubblicati sui social network: con i governi Berlusconi si consumava di più e la pressione fiscale era più contenuta. Dal 2011 (governi Monti, Letta, Renzi e Gentiloni, ndr) il trend s'è invertito: a picco i consumi e pressione fiscale alle stelle. Ecco perché il leader azzurro è fiducioso: la rivincita è alle porte.
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