L'amarcord di Pomicino: prevedi tutto ma c'è sempre un dettaglio che ti frega

L'ex ministro Dc: come le astronavi, se funzionano si sa solo al lancio

Giampiero Timossi

Roma La legge elettorale è come un'astronave: fino al lancio non saprai mai se funzionerà davvero. Si discute di modello tedesco, sbarramenti, ballottaggi, premi di maggioranza. Ma poi è nei dettagli che si nasconde il diavolo. «E certo, ma è così in tutte le cose della vita», ride Paolo Cirino Pomicino,'O Ministro, uno che di elezioni, cavilli, alchimie non si stancherebbe mai di parlare. A 77 anni rivendica: «Ora il sistema tedesco è il meglio che si possa fare, per arrivare a un'alleanza che unisca quelli che io chiamo i moderati e i socialisti, per battere i populismi. Comunque noi, la Democrazia cristiana, lo avevamo già fatto negli anni Settanta». Modestamente, si sentirebbe di aggiungere, ma va oltre. Ai dettagli, appunto: «Quelli non sai mai se funzionano, finisce che diventano un boomerang. Succedeva prima quando i neofiti in parlamento erano il 15%, figuratevi oggi che sono oltre i 60%. Una buona legge elettorale la può fare anche un portinaio, basta che vicino abbia un politico». Neofiti, dettagli, sfumature e grossolani errori. Meglio, effetti collaterali non calcolati.

«Vogliamo parlare del voto degli italiani all'estero?». Parliamone. Il 20 dicembre 2001 viene approvata la legge Tremaglia, dal nome del suo sostenitore Mirko Tremaglia, all'epoca ministro per gli Italiani nel mondo del governo guidato da Silvio Berlusconi. E nel 2006 il voto degli italiani all'estero si rivelò un boomerang per la Casa delle Libertà. «Appunto, quello però fu più uno sbaglio da neofiti che un errore di calcolo», sostiene l'ex ministro. «Chi governa vuole sempre farsi una leggere elettorale che possa favorirlo o limitare i danni se i sondaggi. Però in questi 40 anni ci siamo dimenticati che la legge elettorale deve fotografare la maggioranza del Paese così da farla diventare anche maggioranza parlamentare. Puoi fare qualche ritocco, va bene. Ma non puoi stravolgere la realtà. Per questo Renzi ha perso il referendum: aveva la maggioranza in parlamento ma non nel Paese. E per questo noi vincemmo il referendum sulla scala mobile. Nel 1985. Troppi neofiti, per questo sbagliano».

Neofiti, però, non erano certo i già comunisti del Pds. Che nel 1996 con un errore di calcolo rischiarono di mettere fine anzitempo alla carriera politica di Giorgio Napolitano. «Vollero lo scorporo e fregarono Napolitano». Stava bello tranquillo nella sua Napoli, nel listino proporzionale, quello del 25%, garanzia di successo. Un accidenti, perché la legge elettorale voluta dal partito leader della sinistra, prevedeva lo scorporo dei voti che determinavano la vittoria nel maggioritario. Napolitano non fu eletto. E venne «salvato» dall'anonimato politico con la carica di ministro dell'Interno. «Però con il Mattarellum i comunisti hanno distrutto la Dc: lo volevano per quello e ci sono riusciti», torna alla carica Pomicino. Pausa: «Ah, di errore di calcolo ne ricordo un altro: Berlusconi fece fare a Calderoli il Porcellum. Ed è solo per colpa del Porcellum che venne sconfitto di un soffio da Prodi. E le liste civetta nel 2001? Ne saltarono fuori così tante che il Parlamento appena eletto restò bloccato per settimane».

Amarcord, scivoloni, equivoci. Storie vecchie e problemi nuovi. Anche concreti. Uno, su tutti: una volta fatta la legge, bisognerà disegnare i nuovi collegi elettorali. Se passa l'ultima proposta del Pd saranno triplicati (o meglio costruiti ex novo) quelli del maggioritario. E ridotti da 100 a 80 quelli del proporzionale.

«Ci vorranno altri cinque mesi», prevedono i più scettici. Non Pomicino: «Ma no, si possono fare sulla falsa riga dell'Italicum, in qualche settimana. Oh, magari sbaglio, si sa come vanno queste cose. Il diavolo ha sempre l'ultima parola».

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