All'Anm è linea dura contro la separazione delle carriere: una prima giornata di sciopero il 27 febbraio e il 25 gennaio all'inaugurazione dell'anno giudiziario delle Corti d'appello, i magistrati con toga, coccarda tricolore e Costituzione in mano, abbandoneranno l'aula «in forma composta», quando il ministro della Giustizia Carlo Nordio (che sarà a Napoli) o un suo rappresentante prenderanno la parola. Prima delle cerimonie si raccoglieranno fuori mostrando cartelli con frasi sul valore della Costituzione e quando i presidenti delle giunte locali dell'Anm interverranno leggeranno le stesse frasi, illustrando le ragioni della protesta.
Si doveva chiudere nel primo pomeriggio, ma la riunione del direttivo dell'Anm convocata alle 10 è andata avanti fino alle 19 di sera, tra toni infuocati e litigi sulle scritte per i cartelli di protesta. Le iniziative contro la riforma costituzionale che sta terremotando la magistratura, dopo il primo sì della Camera, partono col botto e solo una parte dei partecipanti si astiene su qualche dettaglio. L'unità delle correnti resiste.
Nella saletta all'ultimo piano del Palazzaccio della Cassazione il clima è barricadero, anche se fuori si vuole ammorbidire. «Non c'è nessuna forma di ribellismo illegale o istituzionalmente incompatibile con le nostre forme di protesta, siamo servitori dello Stato, fedeli alla Repubblica», assicura il presidente del sindacato delle toghe Giuseppe Santalucia, rispondendo al vicepremier Antonio Tajani, che aveva stigmatizzato gli attacchi alla riforma.
Poco prima l'esponente di Magistratura democratica si è guadagnato una standing ovation dei colleghi dicendo: «La politica vuole piantare la bandierina della separazione delle carriere per chiudere vittoriosamente una partita che bisognava mettersi alle spalle. Guardiamo alla consultazione referendaria in modo che i cittadini vengano informati nel miglior modo possibile e non vengano ingannati con un referendum sul gradimento del sistema giustizia». Santalucia si appella direttamente agli italiani: «Saranno loro a pagare il prezzo della riforma, che non migliorerà la giustizia. Le ragioni di contrarietà dell'Anm nulla hanno a che vedere con gli interessi corporativi». Sull'insuccesso dell'app per il processo penale telematico, Santalucia sottolinea: «Non pensino i cittadini che tutto ciò che non funziona sia responsabilità dei magistrati».
Contraria nettamente, ma con toni diversi, alla separazione delle carriere è la corrente moderata Magistratura indipendente: «È una riforma a favore dei potenti - dice il segretario dell'Anm, Salvatore Casciaro -, l'istituzione di un'Alta Corte disciplinare rappresenta una grande frizione con i dettami dell'Europa, perché togliere il disciplinare dall'organo di governo autonomo è il ribaltamento di quanto avviene ovunque. Anche il sorteggio per i membri del Csm è un elemento di forte contraddizione rispetto ai principi dello stato di diritto affermati in Europa».
Commenta l'azzurro Enrico Costa: «Spaventano i cittadini inventando falsi effetti della riforma come il pm soggetto
all'esecutivo o un freno alle inchieste nei confronti dei politici. È solo un assaggio degli attacchi dei prossimi mesi, l'ultima levata di scudi dell'Anm che terrorizza l'opinione pubblica contro le scelte del parlamento».
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