L'attore De Rienzo morto per un'overdose. A processo il pusher che gli vendette l'eroina

Gambiano 32enne accusato di "morte come conseguenza di altro reato"

L'attore De Rienzo morto per un'overdose. A processo il pusher che gli vendette l'eroina

Roma. Eroina, psicofarmaci e cocaina. Libero De Rienzo la notte del 14 luglio si era fatto di tutto. Ma è solo la «polvere chiara» la causa della fine tragica dell'attore di Fortapàsc. I risultati dell'esame tossicologico confermano quanto emerso dall'autopsia: decesso per «arresto cardiorespiratorio per intossicazione acuta mortale da eroina». Si chiude l'indagine contro lo spacciatore di De Rienzo, il gambiano di 31 anni, Mustafa Minte Lamin, arrestato dopo 15 giorni di indagini e appostamenti. È lui il pusher che l'attore, premio David di Donatello nel 2002 per il film Santa Maradona, incontra sotto casa sua il mercoledì pomeriggio, poche ore prima della fumata letale.

Il pm Francesco Minisci, nell'atto di chiusura delle indagini ribadisce le accuse, ipotizzate fin dall'apertura del fascicolo: morte come conseguenza di altro reato (lo spaccio), detenzione e cessione di sostanze stupefacenti. Lamin viene arrestato assieme a un connazionale mentre vende eroina ad altre cinque persone nel quartiere in cui vive, Torre Angela. A incastrarlo il contatto sul cellulare dell'attore, i messaggi scambiati via Whatsapp e i suoi spostamenti durante la giornata del 14 luglio. Spostamenti «congelati» dalle celle telefoniche a ridosso l'abitazione di De Rienzo. In particolare il percorso dalla fermata «Ubaldo degli Ubaldi» della metro A, fino al civico 49 di via Madonna del Riposo. Per i carabinieri della stazione San Pietro il gambiano consegna la «roba» a domicilio muovendosi con i mezzi pubblici e con sé porta solo pochi grammi di droga. Poi torna alla base, lascia il denaro incassato e riparte per altre consegne. Secondo la perizia medica è l'eroina la causa diretta della morte mentre la cocaina e le benzodiazepine non sarebbero state fatali. Probabilmente assunte tempo prima e rimaste nel sangue di De Rienzo.

Una conclusione che in parte si scontra con i primi risultati di laboratorio del Ris sulle dosi trovate nell'appartamento dell'attore: eroina tagliata al 90 per cento. Ovvero solo il 10 per cento di principio attivo. Bassa concentrazione di droga, non letale secondo i medici. Insomma, non è certo che l'eroina che ha ucciso il 45enne, quella fumata nella «notte africana, tanto vale accendersi un fuoco», come posta su Instagram lo stesso attore poco prima di morire, sia la stessa rinvenuta in salotto e sequestrata. Perlomeno non della stessa concentrazione.

Picchio viene trovato da un amico di famiglia la sera del 15 luglio dopo l'allarme lanciato dalla moglie, la costumista Marcella Mosca, a Napoli con i loro due bambini. Il corpo è a terra, sul corridoio vicino la porta.

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