L'avvocato Salvagni: "Ora proveremo l'innocenza di Massimo Bossetti"

L'avvocato Claudio Salvagni è sicuro: "Così si è riaperto tutto. Ora ci avvicineremo nel capire chi ha ucciso realmente Yara Gambirasio"

L'avvocato Salvagni: "Ora proveremo l'innocenza di Massimo Bossetti"

Dopo la svolta nel caso Yara Gambirasio, ora c'è una forte convinzione da parte di Massimo Bossetti sulla certificazione della propria innocenza. Intervistato da Libero, Claudio Salvagni ha posto una forte attenzione sul Dna trovato sul corpo della giovane ginnasta: "Quel Dna è ancora oggi oggetto di valutazione e forse adesso, dopo più di quattroanni e tre gradi di giudizio, possiamo finalmente analizzarlo". Esattamente, perché vi sarebbero state diverse anomalie: "In prima istanza non può esistere che la difesa non veda quello che viene dichiarata essere per tutti la 'prova regina'". A suo giudizio si tratterebbe dunque di "una violazione del diritto di difesa".

Inoltre ha rivelato come sia abbastanza strano che "un omicida riesca a lasciare una goccia di sangue (così dicono le sentenze) sulle mutandine e in corrispondenza dei leggins e nessun altro segno in tutto il corpo". Semplicemente tradotto: "Non esiste alcun altro segno riconducibile geneticamente a Bossetti se non quello sulle mutandine. Un assassino tocca la vittima sul giubbotto, sul corpo, ovunque. Ebbene, nessuna traccia di Bossetti". Vi erano altre undici tracce di Dna, di cui solo una "riconducibile a una persona nota, l’insegnante di ginnastica Silvia Brena (sangue o saliva), e poi altre denominate 'uomo 1' e 'donna 1', e alcuni ritrovamenti piliferi".

"Capiremo chi è il colpevole"

Salvagni ha proseguito, considerando l'omicidio piuttosto anomalo: "Non ha un movente e non ha una dinamica chiara". Il che vorrebbe dire che il killer, non conoscendo Yara, "avrebbe dovuto caricarla in auto con la forza senza farsi vedere da nessuno e senzamai toccarla". E tutto ciò non sembrerebbe possibile e realistico. Sotto la lente di ingradimento è finita anche la famosa traccia 31g20: "Non c’è il mitocondriale di Bossetti, e oltre ad esistere nella stessa traccia anche unaparte di Dna di Yara esiste un’altro incognito che non è né Yara né Bossetti". E proprio l'assenza del mitocrondriale del muratore potrebbe rappresentare un elemento decisivo: "La parte mitocondriale è quella più resistente a qualsiasi elemento, sia fuoco che acqua. In questo caso invece inspiegabilmente manca!". Ma un altro fattore cardine è rappresentato dal camioncino che lo incastrerebbe: "Pensi che anche in questo sono riusciti in qualcosa di unico, quello di mettere insieme immagini di diversi furgoni per motivi di comunicazione in accordo con la Procura".

Ma ora, nello specifico, cosa succede? "Succede che il professor Casari ha dichiarato di avere del materiale di Dna di 'ignoto 1' e da qui si riapre tutto". Bossetti si è detto "felice", anche perché ha da sempre dichiarato che "non può esserci una sua traccia di Dna su Yara perché lui non è stato e non l’ha nemmeno mai incontrata". Salvagni si è detto sicuro di una cosa: "'Ignoto 1' non è Massimo".

Ora, analizzando la traccia, ci si potrebbe davvero avvicinare "a capire chi è stato realmente. Anche noi avvocati che lo difendiamo vogliamo sapere la verità. Ma bisogna trovare il colpevole, non un colpevole".

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