"La Lega? È anche un competitor. Ma si vince solo uniti"

Il capogruppo di Fratelli d'Italia al Senato, Luca Ciriani: "Il centrodestra è la nostra casa, ma servono regole chiare per stare insieme". E sui prossimi appuntamenti elettorali: "Premier deve essere scelto dai cittadini. In Sicilia e Lombardia lavorare insieme"

"La Lega? È anche un competitor. Ma si vince solo uniti"

"Il vertice di centrodestra? Si farà, spero presto. C’è bisogno di fare chiarezza e di fissare le regole della coalizione". Per il capogruppo di Fratelli d’Italia, in Senato, Luca Ciriani, le ultime amministrative non sono andate male, ma si poteva fare meglio. "Abbiamo vinto in città importanti come Genova e Palermo", sottolinea.

Però c’è la ferita di Verona, Catanzaro, Parma. Insomma, dove il centrodestra si è presentato diviso ha perso.

"Su questo non c’è dubbio. Però su Verona vorrei precisare che siamo abbastanza esperti per capire quando un accordo è sincero e quando è interessato. Giochi come questi servono a poco, sono deleteri e autolesionisti. Dovremmo puntare a sconfiggere il nostro avversario che è la sinistra".

Appunto. Ma a volte sembra che ci sia più competizione all’interno della coalizione, ad esempio con la Lega…

"Non voglio essere ipocrita, per noi la Lega è un alleato ma allo stesso tempo è anche un concorrente. È chiaro che ogni partito ha la speranza di prendere un voto in più dell’altro, altrimenti non faremmo politica. Ma come Fratelli d’Italia siamo convinti che per vincere ci sia bisogno di stare insieme. Quindi siamo in competizione per certi versi, ma anche alleati perché consapevoli che insieme possiamo finalmente guidare questo Paese e togliere il potere al Pd che governa da anni senza essere stato eletto".

Quindi non state valutando di prendere altre strade?

"Il centrodestra è la nostra unica casa, dove abitiamo, dove siamo e staremo sempre. Noi vogliamo restare nel centrodestra, ma allo stesso tempo non siamo interessati alle larghe intese o alla creazione di possibili poli centristi. Spero che anche Berlusconi e Salvini accettino il fatto che devono esserci regole chiare con cui approcciarsi anche ai prossimi appuntamenti elettorali".

Che tipo di regole?

"Ad esempio, quelle che riguardano la rielezione dei rappresentanti uscenti, e qui il riferimento alla Sicilia è voluto. Non capisco perché i paletti che ci sono per noi non esistano per altri. Non è possibile che Fratelli d’Italia metta i voti e gli altri i candidati. O che si faccia polemica ad urne aperte. Serve chiarezza anche su cosa rappresenta il centrodestra. Per noi è la coalizione di tutti coloro che vogliono essere uniti e alternativi alla sinistra. In questo senso il vertice deve essere risolutivo. Vorremmo fissare regole chiare e soprattutto non vorremmo che poi queste regole fossero disattese nei momenti importanti. Gli elettori ci guardano e non comprendono le polemiche e le divisioni".

A proposito di regole ce n’è una non scritta che più di altre causa malumori: quella per cui la premiership va al leader del partito con più voti. Voi sareste pronti a derogare per convergere su una figura largamente rappresentativa?

"Il leader deve essere scelto dai cittadini, la politica esprime i propri leader ma è la gente che ha il diritto di scegliere il proprio presidente del consiglio dopo troppi governi eletti da nessuno. Detto questo, se il centrodestra è unito, se siamo responsabili e intelligenti possiamo vincere in tutta Italia e soprattutto possiamo affermarci alle prossime politiche".

Tra le prossime sfide elettorali ci sono anche le regionali in Sicilia e Lombardia. Si riuscirà a raggiungere un accordo o c’è il rischio che si commettano gli stessi errori?

"Su Sicilia e Lombardia bisogna lavorare insieme sulle

questioni irrisolte e arrivare a una quadra. Sono convinto che l’accordo ci sarà. Tuttavia, se non ci dovesse essere chi lo impedirà si dovrà assumere tutta la responsabilità e rischia di essere punito pesantemente nelle urne".

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