Lega-Russia, Salvini non sarà ascoltato dai pm: "Non serve"

Il procuratore di Milano Francesco Greco ha confermato ai cronisti che non c'è alcuna necessità di sentire il vicepremier Matteo Salvini in merito alla vicenda dei presunti fondi russi alla Lega.

Lega-Russia, Salvini non sarà ascoltato dai pm: "Non serve"

Il vicepremier Matteo Salvini non sarà sentito dai pm in merito all'inchiesta per corruzione internazionale in cui è indagato il presidente dell'associazione Lombardia-Russia Gianluca Savoini. Come riporta Il Fatto Quotidiano, il procuratore di Milano Francesco Greco ha confermato ai cronisti questa mattina che non c'è alcuna necessità di sentire il segretario della Lega e Ministro dell'Interno in merito alla vicenda dei presunti fondi russi scoppiata dopo l'inchiesta del sito americano Buzzfeed.

Il procuratore Greco ha inoltre rimarcato, più volte, che si tratta di un'indagine complessa e anche sull'ipotesi di eventuali rogatorie sottolinea che la traduzione in russo richiede tempo, quindi l'indagine proseguirà con tempistiche non così rapide. Dopo l'interrogatorio di ieri di Gianluca Savoini, che si è avvalso della facoltà di non rispondere, oggi i pm titolari dell'inchiesta non dovrebbero sentire altre persone coinvolte nell'indagine. Il faccia a faccia tra Savoini e i pm Gaetano Ruta e Sergio Spadaro, secondo indiscrezioni, si sarebbe tenuto in una sede esterna al Palazzo di Giustizia di Milano.

Se per la stampa la procura di Milano sembra interessata ad effettuare accertamenti sul conto di Gianluca Meranda, l'avvocato autore della lettera a Repubblica, per capire se sia davvero lui il "secondo uomo" presente lo scorso ottobre con Gianluca Savoini alla presunta trattativa sulla compravendita di petrolio all'Hotel Metropol di Mosca, il capo della procura Francesco Greco preferisce non rispondere. "No comment" è la replica a chi gli chiede se Meranda verrà sentito e in quale veste. Per quanto concerne la decisione Savoini, di non rispondere ai pm nell'ambito dell'indagine sui soldi russi alla Lega, si tratterebbe di una questione "puramente tecnica". Lo afferma all'Agi l'avvocato Lara Pellegrini. "Considerato che, per ora, siamo di fronte a un'inchiesta giornalistica trasferita in sede penale, preferiamo aspettare il deposito degli atti da parte della Procura - afferma la legale - Al momento non conosciamo nulla e non possiamo confrontarci su nulla di concreto. Siamo in una situazione molto delicata, in cui è bene mantenere il massimo riserbo. Apprezzo, in questo senso, anche il riserbo mantenuto dalla Procura". Al momento, a quanto si apprende, l’unica cosa che è stata notificata a Savoini e alla sua difesa è stato solo l’invito a comparire.

Nel frattempo, dopo averlo in un primo momento scaricato, Matteo Salvini difende il Presidente dell'Associazione Lombardia-Russia: "L'ho sempre ritenuto persona corretta. E fino a prova contraria continuerò a ritenerlo persona corretta". Queste le dichiarazioni del vicepremier in una conferenza stampa, seguita alla conferenza dei servizi in Prefettura a Genova, rispondendo a una domanda di un cronista sul "RussiaGate italiano" che ha investito la Lega. "Ci sono legami culturali legittimi" con la Russia "di cui sono sostenitore, che nulla hanno a che fare con questioni di petrolio e di soldi", ha aggiunto Salvini. Posizione che lo stesso vicepremier aveva ribadito ieri in un'intervista rilasciata a Quarta Repubblica: "Io conosco brave persone. Fino a prova contraria, almeno che non si dimostri che qualcuno ha fatto qualcosa fuori posto io ho fiducia nelle persone. Vivo in un paese civile dove mi fido dei sindaci, degli artigiani e degli imprenditori, dei lavoratori, se c'è qualcuno che ogni tanto sbaglia non vanno messi tutti nel calderone. Se c'è uno stato di diritto liberale e democratico si è innocenti a meno che non si venga dimostrati colpevoli" ha spiegato Salvini, riferendosi a Gianluca Savoini e a Claudio D'Amico.

Secondo l'Agi, agli atti dell'inchiesta sui presunti finanziamenti russi alla Lega c'è anche la fotografia scattata il 17 ottobre scorso da una giornalista italiana che ritrae il presidente dell'associazione Lombardia - Russia Savoini assieme ad Aleksandr Dugin, lo studioso eurasiatista autore della Quarta Teoria Politica.

L'immagine è stata chiesta dalle Fiamme Gialle nei giorni scorsi alla cronista ed entra così tra le carte dell'indagine con al centro il reato di corruzione internazionale contestato a Savoini. Al momento, però, grandi prove non sembrano essercene.

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