L'Ema spiazza tutti: "Sul mix di sieri ancora pochi dati. AstraZeneca è ok"

L'agenzia del farmaco europea ribadisce: i richiami di Vaxzevria hanno rischi bassi

L'Ema spiazza tutti: "Sul mix di sieri ancora pochi dati. AstraZeneca è ok"

I dati su AstraZeneca sono più robusti rispetto a quelli sul mix di vaccini. E per una maggiore difesa contro le varianti si sta valutando «se accorciare la distanza tra le due dosi di AstraZeneca». L'Agenzia del farmaco europea, Ema, interviene anche sulla questione seconda dose eterologa alimentando dubbi e perplessità. In sostanza minimizza i rischi connessi al vaccino di Oxford, soprattutto rispetto al richiamo, sulla base di evidenze raccolte lungo la campagna vaccinale, mentre ribadisce che i dati sul mix di vaccini pur essendo positivi sono però ancora troppo scarsi per essere ritenuti solidi. Non solo questo parere è condiviso da molti esperti: di fatto anche le ultime indicazioni dell'Aifa sul mix sono una raccomandazione, non un obbligo. Un'altra pietra lungo l'accidentato cammino di AstraZeneca che ora in Italia sta rallentando l'immunizzazione della popolazione oltre ad aver provocato pesanti tensioni sia all'interno delle istituzioni sia nel rapporto con i cittadini sempre più disorientati. Da un lato ci sono i pareri scientifici le circolari, le note dell'Aifa, spesso orientate in modo diverso, dall'altra chi in prima linea sul campo si trova a rispondere ai dubbi dei pazienti. Nel Lazio medici di famiglia e farmacisti denunciano quanto sia difficile convincere i cittadini ad accettare i continui cambi di passo.

I casi di «potenziali trombosi con le dosi AstraZeneca sono 450 su 45 milioni di persone vaccinate». Dunque sono eventi «molto rari» che oltretutto con un trattamento precoce hanno un esito positivo. La conferma arriva da Georgy Genov, responsabile della farmacovigilanza dell'Ema. Marco Cavaleri, responsabile Vaccini e Prodotti terapeutici per Covid19 ribadisce che sia AstraZeneca sia Johnson & Johnson «sono approvati e hanno un rapporto rischio beneficio positivo da 18 anni in su ed è una decisione degli Stati scegliere se lo vogliono usare solo in alcune popolazioni» oppure se scegliere la vaccinazione eterologa. Ma sul mix Cavaleri, come molti altri esperti, pur riconoscendo che «non dovrebbe essere problematico» ricorda pure che «le evidenze sono limitate e serve un monitoraggio attento».

A sollecitare chiarezza è la Fondazione Gimbe che chiede una voce sola e univoca rispetto al mix di vaccini. Si fa notare che la circolare del ministero della Salute dell'11 giugno ha disposto con indicazione perentoria che per gli under 60 «il ciclo deve essere completato con una seconda dose di vaccino a mRna» quando in quel momento il mix vaccinale risultava essere off label, ovvero fuori dalle indicazioni autorizzate. Incoerenza poi corretta dalla determina Aifa del 13 giugno che però specifica che i vaccini a mRna «possono essere somministrati come seconda dose per completare un ciclo vaccinale misto». Insomma ancora una volta una raccomandazione non un obbligo una formula definita «possibilista» da Gimbe.

Forse anche per questo Pier Luigi Bartoletti vice segretario vicario nazionale Fimmg denuncia «una grande confusione» e chiede di poter agire in base al buon senso anche perché «i cosiddetti bugiardini ai quali medici devono attenersi, dicono che il ciclo vaccinale va completato con lo stesso prodotto iniziale, vietando il mix delle seconde dosi».

Non solo. I medici sostengono che il cambio di rotta sul vaccino di Oxford ha provocato anche uno spreco di dosi pronte per l'inoculazione e non recuperabili di fronte al rifiuto dei cittadini over 60 che hanno rifiutato la prima dose con AstraZeneca: uno su dieci.

In Lombardia da ieri sono ripartite le somministrazioni ai cittadini con meno di 60 anni con vaccinazione eterologa.

Si tratta di oltre 17.733 cittadini che avevano ricevuto AstraZeneca e ora invece riceveranno il richiamo con Pfizer o Moderna. La regione assicura che entro lunedì verranno recuperate tutte le 42mila somministrazioni sospese.

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