È un'estate tormentata per l'aeroporto di Catania, che dopo la lunga chiusura per l'incendio di luglio, ieri si è dovuto fermare ancora a causa dell'attività eruttiva dell'Etna. Tutti gli arrivi e le partenze cancellati «nei settori di spazio aereo C1 e B3», come ha comunicato la società di gestione dello scalo. La chiusura è andata avanti fino alle 20 di ieri e si è attivato «il coordinamento tra le società di gestione degli aeroporti dell'Isola al fine di tutelare tutti i passeggeri e garantire la funzionalità degli scali», come ha annunciato l'assessore regionale alle Infrastrutture e alla mobilità Alessandro Aricò. Molti voli sono stati riprogrammati sull'aeroporto di Palermo. In questi casi, quando le cancellazioni sono dovute ad agenti atmosferici, la responsabilità del trasferimento dei passeggeri è a carico delle compagnie aeree.
Stop per 48 ore anche alla circolazione dei mezzi a due ruote a Catania, mentre gli automezzi possono raggiungere al massimo i 30 chilometri all'ora in tutte le strade del territorio comunale. Molte zone della città sono state ricoperte da uno strato di cenere vulcanica. Su disposizione del sindaco e dell'assessore all'Ecologia è scattata la pulizia delle strade cittadine dalla sabbia vulcanica con servizi straordinari e l'impiego di personale delle aziende appaltatrici del servizio di raccolta dei rifiuti. L'amministrazione comunale ha raccomanda ai cittadini di depositare la sabbia vulcanica, eliminata dagli spazi privati, in contenitori di piccole dimensioni, in prossimità delle abitazioni per lo smaltimento.
L'eruzione dell'Etna è anche un pericolo per i tanti turisti presenti nella parte orientale dell'isola, che potrebbero avvicinarsi il più possibile al cratere per godere del potentissimo spettacolo. Così i militari del Soccorso Alpino della Guardia di Finanza di Nicolosi si sono attivati per garantire la sicurezza dei turisti ferragostani alle falde del vulcano.
«È necessario prestare la massima attenzione, non solo alle pendici dell'Etna, ma anche nel versante e nel bacino a sud ove copiosa è stata la ricaduta di cenere», fanno sapere i militari specializzati della Guardia di Finanza.
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