Letta avverte Conte: "Se il M5S esce dal governo si torna al voto"

Il segretario del Pd chiude a un Draghi bis: "Questo governo può funzionare solo in questo formato". E scarica l'avvocato grillino: "Paradossale una crisi ora"

Letta avverte Conte: "Se il M5S esce dal governo si torna al voto"

In questi giorni assai frenetici mancava la sua voce: fino a oggi aveva mantenuto un profilo basso, senza esprimersi in merito alle fibrillazioni tra i partiti di maggioranza. Ma ora le parole di Enrico Letta sono chiarissime, un vero e proprio avvertimento che non lascia spazio a libere interpretazioni: "Se una forza politica importante come M5S esce dal governo, non è per ricatto o per ripicca che diciamo che cade tutto e si va al voto. È la logica delle cose".

L'ipotesi elezioni anticipate

Il riferimento del segretario del Partito democratico è al momento di riflessione interno al Movimento 5 Stelle, che in queste ore sta decidendo quale atteggiamento adottare nella giornata di domani al Senato. L'ipotesi di una crisi di governo e di relative elezioni anticipate è motivo di preoccupazione per Letta: "L'Italia ha bisogno di un governo, non di una crisi né di precipitare al voto a Ferragosto".

Da parte del numero uno del Pd è arrivato un parere negativo all'ipotesi di un Draghi bis. "Questo governo può funzionare solo in questo formato e in questa configurazione", ha detto Letta all'assemblea congiunta dei gruppi parlamentari dem. Invece questa mattina Silvio Berlusconi ha aperto alla possibilità di un nuovo esecutivo anche senza il M5S, dicendosi comunque pronto qualora si dovesse tornare alle urne prima del termine naturale della legislatura.

La crisi potrebbe essere a un passo se i grillini uscissero dall'Aula e non votassero la fiducia al decreto Aiuti. Questa sera dovrebbero riunirsi deputati e senatori del Movimento, proprio alla vigilia del voto a Palazzo Madama. Questa mattina sembrava aver assunto una grande forza la linea dura ma, come riferisce l'Adnkronos, nelle prossime ore potrebbero esserci dei contatti tra Giuseppe Conte e il premier Mario Draghi. Potrebbe essere l'occasione per trovare un compromesso ed evitare lo strappo.

Letta scarica Conte

Le dichiarazioni di Letta possono essere viste come un monito a Conte. Il segretario del Pd ha lanciato una stoccata proprio all'avvocato, che da giorni chiede risposte da Draghi sulle priorità indicate dal Movimento 5 Stelle: "Noi la svolta la abbiamo vista ieri, con la possibilità che nei prossimi 9 mesi il governo risponda con risposte particolarmente efficaci. Non è il momento di frenare, ma di accelerare, non di parcheggiare la macchina ai box. Nessuno vuole che i distinguo divengano il colpo di pistola di Sarajevo".

Ieri in conferenza stampa il presidente Draghi ha aperto a qualche proposta del M5S, ad esempio il salario minimo. Ecco perché Letta ritiene che questo sia un segnale positivo che non giustificherebbe animi ancora più infuocati nelle prossime ore: "Nel momento in cui il governo pone queste temi sarebbe paradossale mettere a rischio il governo proprio quando il governo apre il capitolo della lotta alla precarietà".

Infine il segretario del Partito democratico ha richiamato al senso di responsabilità in vista del momento cruciale che il nostro Paese dovrà affrontare nei prossimi mesi.

E in tal senso ha tirato un'altra bordata: "Noi vogliamo dare risposte non lasciando gli italiani senza risposte lasciandogli solo il balsamo del 'è stata colpa loro'. La logica del capro espiatorio, la logica del Malaussene non ci appartiene".

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