Letta già sogna l'inciucio con Calenda e 5S. Conte lo gela: "Io da solo al governo"

Enrico Letta annaspa in cerca di una sponda per il post-elezioni ma dal M5s e da Azione gli chiudono ogni porta per il dialogo

Letta già sogna l'inciucio con Calenda e 5S. Conte lo gela: "Io da solo al governo"

Enrico Letta è un leader disperato. I sondaggi sono impietosi per il leader del Partito democratico, che sull'orlo del disastro politico e senza una precisa rotta si ritrova a inseguire scompostamente la coalizione di centrodestra tra attacchi e polemiche fake, atte solo a spaventare gli elettori. Nella sua coalizione ha raccolto qualunque partito, anche quelli contrari alla sua linea politica e nel frattempo sta strizzando l'occhio a Carlo Calenda e Giuseppe Conte per un inciucio post elettorale. Ma, forse, il segretario del Pd si è dimenticato che il primo lo ha lasciato al palo quando ha stretto l'accordo con Fratoianni e il secondo è stato allontanato dopo lo strappo al governo Draghi. E, infatti, entrambi non sembrano intenzionati a fare nessuna alleanza con lui.

"Non ho difficoltà a dire che da parte nostra si più facile dialogare con Calenda e Conte che con Salvini e Meloni, vedremo quale sarà il risultato e poi dialogheremo con quelli con cui è più facile dialogare", ha detto Enrico Letta a Radio Capital, cercando una scialuppa di salvataggio all'esterno della sua coalizione. Quindi, Letta ha aggiunto: "Il tema del dialogo si porrà dopo le elezioni ma ora la legge elettorale prevede che ci si schieri o di qua o di là, con il centrosinistra o con il centrodestra. I 5S hanno si sono autoesclusi facendo cadere il governo Draghi e alle elezioni vanno da soli".

Nel frattempo, con il suo 10% risicato, Giuseppe Conte sogna in grande e chiude le porte e Letta: "Io mi immagino da solo al governo, non all'opposizione. Gli italiani hanno il loro destino nelle loro mani, c'è un astensionismo pazzesco: immaginate se quel 40% andasse a votare. Si ribalterebbero tutti i sondaggi. Ecco perché il M5s è molto chiaro. Non è il momento di ammucchiate". E su Letta ha dichiarato: "Il comportamento dei vertici del Pd sono quasi costretto a rinunciare a comprenderlo. Letta non l'ho capito più dal momento in cui abbiamo presentato la nostra agenda sociale al governo Draghi, ho visto un Pd molto timido".

Ma anche dalle parti di Calenda non sembra ci siano margini di discussione per lo meno in questo momento, soprattutto perché il leader di Azione ci tiene a mantenere una residua credibilità politica dopo lo strappo dell'alleanza con Letta. "L'Italia che non cambia. Altro che agenda repubblicana di Draghi. Letta è fermo all'Unione.

Tutti contro i 'fascisti'. Da Bertinotti (Fratoianni) e Pecoraro Scanio (Bonelli) a Mastella (Casini). Non per governare ma per sopravvivere. Trent'anni e siamo ancora qui", ha commentato caustico Carlo Calenda sui social.

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